Con buona pace delle pietose baruffe sul canone Rai e sulle altrettanto pietose lagne di chi strumentalizza sì bagatellare questione (rispetto almeno alle cose serie davvero), comunico quanto segue,, suddiviso in step per maggiore chiarezza.
1. A fine gennaio mia moglie paga il canone Rai per le aziende (in pratica un furto legalizzato pari al triplo del normale) e ne conserva ricevuta.
2. A partire da primavera riceve a cadenze trimestrali pec di intimazione della Rai per il pagamento del suddetto canone.
3. Alle medesime la consorte risponde, pari mezzo, che il canone è stato già pagato alla scadenza e ne indica gli estremi.
4. Il solerte ufficio-morosità-presunte della Rai persevera nelle sue richieste.
5. Alla fine, esausta, la consorte allega all’ennesima pec di risposta anche la scansione della ricevuta del pagamento di fine gennaio.
6. Ieri riceve dalla solerte Rai una pec con la quale si dà atto (bontà loro) dell’avvenuto pagamento e a cui con gran zelo viene allegata la quietanza, ossia lo stesso documento il precedenza loro inviato a riprova del saldo, con la graziosa specifica che lo stesso può essere usato “a fini fiscali”, ovvero esattamente allo stesso fine al quale la ricevuta è stata già utilizzata nell’inverno scorso.
Sintesi: in Rai, in quanto cani, si occupano di canoni.