Non contenti di essere riusciti a far chiudere, grazie a cervellotiche e palesemente inapplicabili norme sulla riapertura, non solo i ristoranti, ma pure i musei di Firenze, il Giuseppi’s Dream Team e i soliti dodicimila consulenti – sempre gobbi sul decreto, solo che stavolta i leopardianamente infelici siamo noi – pare abbiano partorito ieri un altro colpo di genio, stavolta di natura tricologica, mica da poco.

I parrucchieri infatti, riportano le cronache, potranno riaprire ma solo nel rispetto di rigorose – ci mancherebbe – misure di sicurezza.

Tra queste l’obbligo di prenotazione (e fin qui passi o quasi, nel senso che se prenoto ma sono infetto appesto tutti lo stesso) e, udite udite, l’obbligo di due metri di distanza tra i clienti.

In pratica, attesa l’impossibilità di dotare i coiffeur di forbici e pettini telescopici per curare le acconciature da lontano, gli operatori pur visierati continueranno ad alitare, rialitati, il cliente mascherato da vicino, mentre distanziati tra loro resteranno solo gli avventori.

Non c’è che dire, una misura ermetica.