L’Ansa annuncia che, a pochi giorni dalla scadenza, il governo si accinge a costituire l’agognata commissione. Tradotto: iniziate le consultazioni. Solo iniziate? Il presidente OdG insorge. La categoria ribolle, poi si accapiglia. Come i proverbiali capponi di Renzo.
A dar fuoco alle micce è bastato un lancio pomeridiano dell’Ansa.
Eccolo: (ANSA) – ROMA, 12 FEB – “Presso il Dipartimento per l’Informazione e l’Editoria della presidenza del Consiglio dei ministri, è in corso di costituzione la Commissione per la valutazione dell’equo compenso nel lavoro giornalistico come previsto dalla legge”. Lo rende noto Palazzo Chigi. “Dopo aver inoltrato le richieste di designazione alle associazioni di categoria ed ai dicasteri interessati – prosegue la nota – si è, infatti, in attesa di conoscere i nominativi che saranno indicati per comporre il predetto organismo collegiale, presieduto dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Paolo Peluffo”.
Alla scadenza dei termini (18 febbraio) mancano appena sei giorni, ma il governo fa sapere di “muoversi” adesso. Muoversi?
Qualcuno lo interpreta come un buon segno. Qualcun altro come una provocazione, o un’autentica presa in giro: lentocrazia governativa contro pressanti ed elettoralisticamente ben orchestrate aspettative giornalistiche.
Accesa la miccia, la benzina la aggiunge il presidente dell’OdG con un post su FB al fulmicotone. Questo: “CHE STRANO ODORE. Sì, quel comunicato ufficiale sulla commissione per l’equo compenso trasmette uno strano odore e una ancora più sgradevole sensazione. Sono pronto a scusarmi, pubblicamente, e sono il primo a sperare che non sia così.
Ma ho una domanda semplice semplice. Per risposta basta un banale SI’: LUNEDI’ 18 FEBBRAIO LA COMMISSIONE VERRA’ ANNUNCIATA NELLA SUA COMPOSIZIONE? Aspetto, con pazienza e fiducia. E’ la settimana conclusiva prima del voto per le politiche. PREPARATEVI A REAGIRE, COLLEGHI (divento una bestia quando mi prendono in giro e spero siate con me)“.
Apriti cielo: comincia il tutti contro tutti. Giovani contro vecchi, contrattualizzati contro precari, aspiranti contro freelance, pensionati contro cococo (da qualcuno apostrofati coccodè).
Banalità a badilate e offese a calo, nonostante i tentativi di Iacopino di richiamare tutti all’ordine.
E’ rissa tra i professionisti della penna.
Le ragioni? Oscure. C’è chi parla di scontro generazionale, chi invoca la rivoluzione, chi evoca gli 800 esuberi del Corsera e chi gli risponde con le migliaia di giornalisti senza diritti.
Sullo sfondo, tra i fumi della battaglia, la spiacevole ombra delle elezioni ordinistiche e delle varie captationes benevolentiarum, con le quinte colonne a fare da agitatori.
Brutto spettacolo.