Lo odiano, ma sono iscritti. Fanno un altro mestiere, ma non si dimettono. Oppure neanche sono giornalisti, ma solo sedicenti. Molti vedono l’OdG come il fumo negli occhi, ma poi non sanno nulla nè della professione, nè dell’istituzione.

Non passa giorno che non mi venga il dubbio sull’utilità dei corsi di formazione obbligatoria e, più in generale, sulla necessità dell’esistenza dell’Ordine dei Giornalisti. Ma nemmeno passa giorno che qualcuno mi dissipi il dubbio con solari dimostrazioni dell’evidenza contraria.
A parte le espressioni di sincero stupore di fronte alle più assolute ovvietà professionali, colte sui volti di gente che assiste ai corsi di cui sopra e che, ahimè, sono costretto a chiamare collega, ci sono però anche quelli che fanno di peggio.
Come ad esempio tipi che nella vita fanno un altro mestiere ma, avendo la ventura di essere iscritti all’albo (domanda: visto che tanto lo disprezzano, lo ritengono inutile e campano d’altro, perchè ci stanno ancora? Mistero. O forse no), non perdono occasione per tuonare luoghi comuni contro l’OdG. Sostenendoli però con argomenti che sono la prova della loro impreparazione e della loro distanza siderale da questa professione. A costoro vanno aggiunti coloro che vorrebbero, ma non sono giornalisti nè lo possono diventare, e quindi per risentimento fanno come la volpe e l’uva.
Ora, chiariamo: anche a parte il fatto che la legge ne prevede l’esistenza,  ci sono molti medici, avvocati, commercialisti, artigiani, commercianti, impiegati, operai, insegnanti eccetera muniti di “tesserino” professionale e che sono giornalisti degnissimi di stima. Ci sono pure persone che fanno bene il loro lavoro, magari di natura giornalistica, senza essere giornalisti. E stimo anche loro.
A due condizioni: che sappiano il fatto loro e che non abbiano la pretesa di pontificare o peggio ancora di voler decidere le sorti di coloro i quali il giornalista lo fanno di professione, cioè tutti i giorni a tutte le ore, senza altre attività e come unica fonte di reddito.
E siccome ritengo il minimo indipensabile che chi esibisce un’iscrizione all’OdG (o chi, a maggior ragione, non ne fa parte ma ne impetra l’abolizione) conosca almeno all’incirca le funzioni del medesimo e la differenza che, ad esempio, c’è con il sindacato, capirete perchè mi adombro a morte quando, con la tipica supponenza degli ignoranti, mi sento dire scempiaggini tipo che “l’Ordine è inutile in quanto non procura contratti ai giornalisti“.
Ecco quanto basta a farmi venire voglia di feroci filtri d’ingresso, esami di verifica annuali e punizioni corporali e immediate inflitte ai danni di chi è inadeguatamente iscritto negli elenchi professionali o parla a vanvera di ciò che non lo riguarda.