È mancata Giosi Sacchini. Il delfino (grazie Angela Prati per la foto) è ciò che meglio la rappresenta: intelligente, amichevole, inclusivo ma non babbeo. Di lei conservo una crestomazia di reciproci ragionamenti notturni. Erano viaggi pure quelli.
Era sempre notte, ma le tastiere non hanno orari. Io non dormivo, tu non dormivi. Così la porzione antelucana del giorno ha accumulato nel tempo le idee tue e le mie.
E ora, magra consolazione, ne ho una corposa silloge.
Dicevano fossi spigolosa, a volte tagliente.
Chissà, magari è vero, ma con me eri diversa e la tua complicità – azzardo: affinità – mi rendeva assai compiaciuto.
Mai avute discussioni, nemmeno nel dissenso. Cosa rara con me. Con te immagino altrettanto.
Poi, di colpo, mi dicono che sei sparita.
Pluff, non ci credo.
Invece sì, porca miseria.
C’erano delle avvisaglie, è vero, che le cose stessero peggiorando. Ma avevi risposto anche ai miei ultimi messaggi (nel cuore della notte, come sempre) con i soliti emoticon incoraggianti e con i puntuali suggerimenti antijuventini, sintomo di saggezza e lucidità intonse, che regolarmente rilanciavo e su cui ci facevamo grasse risate.
Del resto erano anni che combattevi e, anche se la sofferenza ti si leggeva in faccia, in cuor mio ero certo che avresti resistito comunque.
Fino a ieri, quando tutto è accaduto sotto traccia. E la notizia è filtrata piano, con garbo, sebbene in tutta la sua plumbea pesantezza.
Del resto venivi da una generazione in cui fare il nostro mestiere significava farlo sul serio, con l’attenzione, la sensibilità, la pacatezza e la cautela che ogni notizia merita e di cui non hai mai fatto economia.
Anzi.
Così ora ci ritroviamo ti qui un po’ turbati, un po’ smarriti e un po’ increduli, cercando di arginare il resto che incombe.
Non ho voglia di contare gli anni della conoscenza, perché quando si supera il quarto di secolo i numeri è meglio lasciarli perdere.
Però rammento, come immagino tanti colleghi, le discussioni sulla professione, le ironie, gli sghignazzi.
Abbiamo assistito insieme al malinconico tramonto di un mondo professionale che avevamo – tu più di me, senza dubbio – contribuito a costruire.
Ti è stata risparmiata la pena di assistere all’epilogo e forse è meglio così.
O forse ci avremmo riso sopra.
Ci vediamo, Giosi.
PS: il funerale si svolgerà il 27 dicembre alle 11 alla Chiesa di S.Giovanni al Rondò di Sesto S.Giovanni