di ROBERTO GIULIANI
Presentati nello Spazio Niko Romito a Roma la piccola Dop abruzzese Tullum, i progetti archeoenologici di Feudo Antico e uno spumante niente male…

 

Con i suoi circa 300 ettari è una delle denominazioni più piccole d’Italia, ma ha una storia antica: ecco la Dop Terre Tollesi o Tullum, l’unica nella provincia di Chieti, approvata come Doc nel 2008 e nel luglio 2019 come Docg.

Il nome dice tutto, visto che l’area di produzione coinvolge esclusivamente il territorio del comune di Tollo, dove dominano le uve del territorio, ovvero Montepulciano per i rossi e Pecorino e Passerina per i bianchi, anche se il disciplinare consente di produrre pure spumanti con una base di Chardonnay per almeno il 60%.

L’area è a giacitura collinare, con pendenze che non superano il 5-10% e un’altezza massima di 228 metri s.l.m. Sono tuttavia esclusi dalla denominazione i terreni a quota inferiore agli 80 metri s.l.m. e quelli posti nei fondovalle umidi.

I suoli, con ovvie percentuali variabili, hanno una componente argillosa-sabbiosa, per una media che sfiora il 30%, mentre la presenza di sabbia ha una quota media del 36,5%. Il pH è sub-alcalino o alcalino con valore medio di 7,88.

La presenza della vite e del vino nell’area risale all’epoca romana, come dimostra il rinvenimento in alcune contrade di Tollo di dolia da vino (giare di terracotta) e celle vinarie, mentre nell’area circostante sono stati rinvenuti resti che testimoniano l’esistenza di «villae rusticae», esempio delle prime aziende agricole organizzate, dove l’attività viticola era già ampiamente diffusa.
Durante la Seconda guerra mondiale Tollo fu letteralmente rasa al suolo e gli anni successivi furono caratterizzati dall’emigrazione, ma a partire dagli anni ’60, grazie anche al contributo della neonata cantina Tollo l’attività vitivinicola della provincia teatina riprese con nuove energie.

Con i suoi oltre 800 soci conferitori, di cui circa il 15% biologici, oltre 3000 ettari vitati e una produzione che supera i 10 milioni di bottiglie annue, la cantina Tollo rappresenta oggi un modello di riferimento per tutta la regione e non solo.

Nel 2004, da una costola di Cantina Tollo, nasce poi un progetto sperimentale di archeo-enologia che prende il nome di Feudo Antico e mira a valorizzare e rivitalizzare le coltivazioni autoctone, nel massimo rispetto dell’ambiente, in regime bio e concentrando la produzione nel territorio della Dop Tullum.

Feudo Antico, in collaborazione col prof. Attilio Scienza e un pool di ricercatori dell’Università di Milano, ha approfondito la conoscenza del terroir dove dimorano 15 ettari vitati, con lo scopo di ottenere una micro zonazione, in modo che ogni vino nasca dalle parcelle ideali per la tipologia che si vuole ottenere.

I primi vitigni sui quali l’azienda ha iniziato a investire sono stati Pecorino e Passerina, a cui si è poi aggiunto il Montepulciano, frutto di una cuvée di vecchi cloni vinificati in purezza.

Proprio dalle uve Montepulciano l’azienda ha dato vita a InAnfora, nato dopo il ritrovamento all’interno della proprietà di antiche anfore romane in terracotta da 750 litri. Il vino è stato prodotto riducendo al massimo qualsiasi intervento, compreso un uso estremamente ridotto della solforosa, con l’obiettivo di avvicinarsi il più possibile all’antico modo di vinificazione: pigiare l’uva, introdurla nelle anfore e lasciar partire la fermentazione spontanea senza controllo della temperatura, lasciando il mosto a contatto con le bucce per quasi un anno.

Ma l’avventura di Feudo Antico è in continua evoluzione.

Visto che la DOCG lo prevede, non poteva mancare uno Spumante Brut Metodo Classico da uve Chardonnay, rigorosamente DOP Tullum, che permane sui lieviti per almeno 36 mesi. Un vino che, nella versione 2015 mi ha particolarmente colpito per personalità e verve, mentre il perlage finissimo ha portato al naso profumi di crosta di pane, burro e vaniglia tostata, agrumi e melone invernale; palato stimolante, succoso, sapido, di bella persistenza e precisione esecutiva.

Unica eccezione al di fuori della denominazione concessa dal contesto ,un Pecorino sperimentale d’alta quota (862 metri s.l.m.), progetto nato nel 2010 da un accordo fra Feudo Antico e Niko Romito, ha concesso in gestione un piccolo terreno vicino al complesso cinquecentesco di Casadonna dove nel 2011 lo chef ha trasferito il suo ristorante. Allevato a guyot con una densità di 6.250 ceppi/Ha, il vino fermenta in cemento con lieviti presenti sulle bucce, resta in contatto con gli stessi lieviti per 6 mesi, non subisce travasi né filtrazioni. E’ così che nel 2013 prendono vita le prime 800 bottiglie di questo Pecorino IGP Terre Aquilane.

Ad oggi la DOCG Tullum include meno di 19 ettari di vigneto e comprende tre sole aziende, ma la strada tracciata da Feudo Antico sarà sicuramente di stimolo altri.

Il presidente della Cantina Tollo e del Consorzio di Tutela, Tonino Verna ci ha tenuto a precisare che, finché rimarrà in carica, la crescita degli ettari iscritti dovrà avere una progressione graduale e ben controllata, per garantire di mantenere alto il livello qualitativo della denominazione.

La serata è stata inoltre estremamente piacevole grazie ai piatti proposti dall’equipe dell’Accademia Niko Romito, guidata dell’executive chef Gaia Giordano, e degli ambienti che richiamano le sale da thè e le trattorie di una volta.

 

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