di ANDREA PETRINI
Come tutti sanno (o forse no) non è il vino prodotto nella città francese ma, con un severo disciplinare, nel territorio di Nizza Monferrato e di diciotto comuni circostanti. Eccone nove esempi del 2011, in orizzontale.
Conosco i produttori del Nizza da tempo. Con Daniele Chiappone e Gianluca Morino, già Presidente dell’Associazione Produttori del Nizza, ho degustato in epoche non sospette i loro vini che, lontani dal riconoscimento della DOCG, già svelavano un carattere unico ed indissolubile tra territorio, ovvero le colline attorno a Nizza Monferrato, e il vitigno principe di questi luoghi: il Barbera.
Uno dei principali problemi dei vignaioli di allora era quello di far capire che quando si parlava di Nizza non si faceva riferimento alla bella città francese ma al comune, forse meno noto al grande pubblico, di Nizza Monferrato, delizioso paese tra Asti, Alba, Alessandria e Acqui Terme.
Qui vengono coltivati Dolcetto, Moscato, Brachetto, Cortese, Freisa e Grignolino ma è il Barbera, più di tutti, ha rappresentare al meglio questo territorio.
Dalla vendemmia 2000 venne riconosciuta Nizza come sottozona della Barbera d’Asti Superiore (D.M. 13/10/2000).
Poi sono dovuti passare 15 anni, periodo in cui i produttori hanno avuto modo di “autotestarsi” col nuovo disciplinare di produzione, per arrivare, finalmente, all’ottenimento della DOCG, elevando così la sottozona della Barbera a denominazione vera e propria, la cui zona di produzione comprende oggi 18 comuni intorno a quello di Nizza Monferrato, per una superficie complessiva di oltre 160 ettari (sono 720 quelli potenziali, cioè vigneti di Barbera iscrivibili alla nuova denominazione).
Per capire davvero il Nizza DOCG bisogna conoscerne il disciplinare, studiato per essere molto più severo e restrittivo rispetto a quello del suo più prossimo parente: il Barbera d’Asti. La più grande differenza sta nell’uvaggio: se per ottenere il vino Barbera è consentito utilizzare fino ad un 10% di altre uve rosse coltivate in Piemonte (come Nebbiolo, Cabernet Sauvignon, Freisa, Dolcetto…), il Nizza prevede una vinificazione in purezza, ovvero 100% Barbera. Non è consentito, inoltre, l’arricchimento del grado alcolico nelle annate dichiarate sfavorevoli. Il nuovo disciplinare ha previsto la possibilità di dar vita fino a 4 diverse tipologie: Nizza, Nizza Vigna (invecchiamento minimo 18 mesi di cui 6 mesi in legno), Nizza Riserva e Nizza Vigna Riserva (invecchiamento minimo 30 mesi di cui 12 mesi in legno).
Da un punto di vista pedoclimatico, l’area di produzione del “Nizza DOCG” può considerarsi totalmente collinare, con pendenze delle colline che, in questa zona della provincia di Asti, risultano spesso molto rilevanti. La coltivazione è concentrata prevalentemente su una fascia altimetrica compresa tra i 150 e i 350 m s.l.m., anche se non sono da escludere alcuni vigneti posti ad altimetrie maggiori, nella fascia che va dai 350 ai 500 m s.l.m.
Il clima si può definire di tipologia temperato-continentale: caratterizzato prevalentemente da inverni freddi e poco piovosi (mentre non sono rare le precipitazioni nevose); da primavere e autunni ricchi di precipitazioni; estati calde e secche, con scarse piogge di breve durata (principalmente a carattere temporalesco). Queste caratteristiche sono però parzialmente mitigate dalle numerose colline presenti nell’area di produzione dove, salendo di quota, le minime invernali risultano essere meno rigide rispetto ai fondovalle, mentre l’afa e le temperature estive, grazie alla maggiore 6 ventilazione, sono sicuramente più miti.
Interessantissime, anche per l’influenza sul vino di provenienza, sono le caratteristiche dei terreni dell’area di produzione del “Nizza” che, in generale, hanno tutti elevato contenuto in carbonato di calcio, sostanza organica generalmente ridotta e sono tutti di origine marina anche se al loro interno, a seconda della zona, sono caratterizzati da forte eterogeneità tanto che si sono distinti in quattro diverse tipologie di terreno così come individuate da Alessandro Masnaghetti di Enogea.
– Suoli sabbiosi (settore centrale): suoli poco evoluti (Entisuoli) a tessitura sabbioso-franca o franco-sabbiosa (sabbie), da depositi marini molto grossolani debolmente consolidati o sciolti. Comprendono parte dei comuni di Vinchio, Cortiglione, Incisa, parte di Mombercelli, Mombaruzzo. Il terreno è costituito da sabbie sia fini che grossolane a permeabilità elevata; è una zona poco fertile, povera di sostanza organica.
– Suoli limoso-marnosi (settore centrale e settore nord): suoli poco evoluti (Entisuoli) a tessitura franco-limosa o franco-sabbiosa, da depositi marini da fini a grossolani debolmente consolidati. Comprendono i comuni di Castelnuovo Calcea, parte di Agliano, Mombercelli, Belveglio, parte di Nizza M.to, Castelnuovo Belbo e parte di Mombaruzzo. Il terreno è costituito da sabbie e marne a permeabilità moderata che tendono al colore rosso man mano che ci si sposta ai margini orientali della denominazione.
– Arenarie (settore sud): suoli Franco-Sabbiosi o Franco-Limosi da depositi marini grossolani consolidati.
Comprendono i comuni di Calamandrana, Castel Boglione e Rocchetta Palafea. Qui troviamo marne e arenarie a permeabilità moderatamente elevata.
– Limo e Sabbie fini (settore est): suoli evoluti (Alfisuoli), a tessitura franco-argillosa o franco-limoso-argillosa da depositi alluvionali antichi fini non consolidati.
Nel corso di un evento romano sul Nizza tenutosi alla FIS ho avuto il piacere non solo di rincontrare vecchi e nuovi amici vignaioli ma, soprattutto, ho avuto modo di degustare una orizzontale di Barbera d’Asti Superiore DOCG “Nizza” dell’annata 2011 che, come riportano le cronache, è stata un’annata calda, appena sotto la 2003, e ricca di precipitazioni soprattutto nei mesi di giugno e settembre.
Nove i vini in degustazione.
Bava – Barbera d’Asti Superiore DOCG Nizza “Piano Alto” 2011: naso regolare, didattico, giocato su sensazioni di ciliegia e fragoline macerate, per via di uno sbuffo alcolico sopra la media, assumono le sensazioni di frutta sotto spirito. Al sorso è rustico, la nota alcolica è ben equilibrata dall’acidità del barbera tende a impadronirsi della bocca lasciando il palato pulito e desideroso di un altro sorso.
Bersano – Barbera d’Asti Superiore DOCG Nizza “La Generala” 2011: rispetto al precedente il vino risulta decisamente più equilibrato, non ritrovo sbuffi alcoli ma, al contrario, tanta suadenza e rotondità soprattutto nella carica fruttata del barbera che, col passare del tempo, si arricchisce di richiami olfattivi di timo e rosmarino. Al sorso è coerente, di esemplare equilibrio, i vari elementi del vino sono così ben integrati chei 15° di alcol della barbera sono mascherati benissimo. Finale lungo e sapido.
Cascina Garitina – Barbera d’Asti Superiore DOCG Nizza “900” 2011: naso decisamente complesso, prepotente di ciliegia nera, mirtillo, ribes, a seguire, con l’ossigenazione del vino, si susseguono toni terziari di grande eleganza che prendono la forma del mallo di noce, della grafite, della terra bagnata. Il richiamo al territorio di Castel Buglione, dove le viti sono piantate su arenaria, si fa deciso soprattutto al gusto dove l’acidità sferzante della barbera solleva e dà slancio ad un sorso dal grande estratto secco ma da contorni precisi ed avvolgenti. Finale lunghissimo e ciliegioso.
Cantina Sociale di Vinchio Vaglio – Barbera d’Asti Superiore DOCG Nizza “Laudana” 2011: probabilmente, durante la degustazione, ha pagato il confronto con il vino precedente ma, sinceramente, è un Nizza che non mi ha fatto impazzire per via di una personalità che riassume in tono minore, senza picchi qualitativi, i caratteri e le specificità dei Nizza finora degustati.
Dacapo – Barbera d’Asti Superiore DOCG Nizza “Vigna Dacapo” 2011: naso compatto, concentrato, c’è tanta ricchezza di frutta nera a cui seguono spunti di cacao, grafite ed eucalipto. Bocca di grande morbidezza, precisa, ottima nello sviluppo, con corpo importante ma non invadente. Finale fruttato, ricco, che termina con una lunga scia sapida.
Erede di Chiappone Armando – Barbera d’Asti Superiore DOCG Nizza “Ru” 2011: la possanza e l’esuberanza di questo vino è desumibile fin dalla prima olfazione che in maniera prepotente richiama un ventaglio di profumi di grande complessità articolati su toni di frutta nera, spezie indiane, terra, china ed erbe medicinali. Al palato è vigoroso, entra come un TIR che travolge ogni nostro senso senza però diventare sfacciato ed invadente. Vino di grandissimo equilibrio, grazie ad una dotazione acido-sapida imponente, tanto che gli oltre 16° alcolici della barbera risultano perfettamente oscurati.
La Gironda – Barbera d’Asti Superiore DOCG Nizza “Le Nicchie” 2011: naso davvero coinvolgente, ridondante di sensazioni balsamiche che sembrano intrecciate con importanti richiami di erbe aromatiche dove timo e maggiorana la fanno da padrone. Poi, col tempo, escono delicate note terziare di humus e caffè. Al gusto è decisamente asciutto, inquadrato, austero, con tannino ben fuso e chiusura sapida e lunghissima senza eccessi.
Michele Chiarlo – Barbera d’Asti Superiore DOCG Nizza “La Court” 2011: nato da uno dei Cru più importanti del Monferrato, questo Nizza, per la prima volta durante la degustazione, gioca una partita tutta sua dove l’eleganza e la sobrietà giocano un ruolo fondamentale. Naso subito etereo, prosegue poi con una decisa nota di viola, rosa, frutta rossa croccante, anice e pepe rosa. Al gusto è assolutamente coerente, insiste con classe sulla freschezza, sulla leggerezza e sulla perfetta integrazione tra tutte le componenti del vino che donano una beva assolutamente da urlo.
Tenuta Olim Bauda – Barbera d’Asti Superiore DOCG Nizza 2011: il vino di Gianni Bertolino, attuale Presidente dell’Associazione dei produttori del Nizza, chiude egregiamente la batteria di degustazione grazie ad un barbera di grande personalità aromatica dove crescono lentamente, ricchi ed articolati, eleganti profumi di rosa, violetta, lampone, pepe, grafite. Bocca che non molla: decisa, dinamica, dove alla grande potenza gustativa fa da contraltare l’inesauribile freschezza del barbera e la setosa tannicità. Ampio e persistente il finale dove le iniziali percezioni di dolcezza sono subito smussate da ritorni sapidi di grande eleganza ed integrità che invitano nuovamente alla beva che, in questi termini, diventa irrefrenabile.
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