di LORENZO COLOMBO
Quando si dice Bardolino si pensa di solito a un vino fresco, leggero, di pronta beva. Matilde Poggi ha organizzato una degustazione per dimostrare invece che i suoi vini possono reggere più che bene qualche anno d’invecchiamento.
Quando si pensa al Bardolino solitamente ci s’immagina un vino fresco, leggero, non impegnativo e di pronta beva.
Ebbene, questa degustazione ci ha dimostrato che (alcuni) Bardolino possono tranquillamente reggere più che bene qualche anno d’invecchiamento. E, d’altra parte, nel passato era spesso così, prima che questo vino diventasse la bevanda dei turisti estivi (soprattutto di nazionalità germanica) in vacanza sul Lago di Garda, e di conseguenza la tendenza produttiva venisse spostata maggiormente sulla quantità, con conseguente ridimensionamento qualitativo e di longevità del prodotto, tendenza che, negli ultimi anni, si è fortunatamente invertita.
I vini di cui scriviamo, e che sono stati degustati in occasione dell’Anteprima Bardolino, a Lazise, sono prodotti dall’azienda Le Fraghe, di proprietà di Matilde Poggi, attuale presidente della FIVI, la Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti e, da pochi giorni vicepresidente di Cevi, Confederazione europea vignaioli indipendenti.
Attualmente l’azienda – della quale Matilde si occupa dal 1984 – dispone di 28 ettari vitati, dove la Corvina è la maggior protagonista; oltre ai due Bardolino, oggetto della nostra degustazione, ed al Bardolino Chiaretto “Rodon”, si producono anche un vino bianco, il “Camporengo”, da uve Garganega, ed un taglio bordolese, il “Quaiare”, con uve Cabernet Sauvignon e Cabernet Franc.
La nostra verticale consisteva nella degustazione di cinque annate di Bardolino “Le Fraghe” e di due annate di Bardolino “Brol Grande”.
Ecco le nostre annotazioni:
Bardolino Doc “Le Fraghe”
Prodotto con uve Corvina e Rondinella, da vigneti situati nei comuni di Affi e di Cavaion Veronese, allevati a Guyot, a 190 metri d’altitudine, la densità d’impianto è di 5.000 ceppi/ha e la resa di 90 q.li. Le uve vengono vinificate separatamente, la macerazione avviene tramite delastage e rimontaggi. S’affina in acciaio sino a primavera.
2008: Granato mattonato. Intenso al naso elegante e pulito, note balsamiche, leggero principio ossidativo. Di media struttura, fresco, asciutto, tannino in evidenza, note chinate e di rabarbaro, lunga la persistenza. Notevole data l’età.
2009: Mattonato, meno bello del precedente. Mediamente intenso al naso, evoluto, note di rabarbaro e china. Di buon struttura, fresco, con bella spina acida e notevole vena sapida, note balsamiche, lunga la persistenza.
2011: Color rubino-granato luminoso. Intenso al naso, molto elegante. Bel frutto, ciliegia, fresco buone sia la vena acida che la persistenza. Notevole, soprattutto al naso, è certamente l’annata che maggiormente ci ha colpito.
2012: Granato con ricordi color rubino. Di buona intensità olfattiva, note balsamiche e accenni vegetali (fieno). Fresco, con un bel frutto rosso, sapido, accenni minerali, bella vena acida e buona persistenza.
2013: Rubino luminoso di media intensità. Intenso al naso con netti sentori di rabarbaro. Le note di rabarbaro emergono anche alla bocca, bella la vena acida, leggermente amarognolo. Piuttosto diverso dagli altri campioni, non ci ha convinto appieno.
Bardolino Doc “Brol Grande”
Le uve, Corvina e Rondinella, provengono dall’omonimo vigneto, situato ad Affi, a 190 metri d’altitudine.
la lavorazione è come il precedente, salvo l’affinamento che avviene in tini di rovere da 40 hl per otto mesi.
2011: Granato con note mattonate. Di buona intensità olfattiva, elegante, note di sottobosco, accenni animali e di cuoio. Media la struttura, asciutto, con bella trama tannica, sapido, elegante, lunga la persistenza.
2012: Color granato-rubino. Intenso al naso, elegante, sentori di tabacco. Buona la struttura, asciutto, con tannini in evidenza, bella la vena acida, sapido, lunga la persistenza.
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