di ANDREA PETRINI
Da un progetto nato sui banchi dell’università, una piccola e appassionata realtà dedita alle bollicine e che, dalla vendemmia 2021, sarà pure bio.
E’ sempre stimolante scrivere di piccole realtà che spesso non trovano la giusta valorizzazione in un mondo, come quello dell’enogastronomia, dove spesso si parla sempre degli stessi.
Oggi quindi vorrei parlare di Santus, un’azienda nata, almeno sulla carta, su banchi della Facoltà di Agraria dell’Università di Piacenza. Lì si conobbero Maria Luisa Santus e Gianfranco Pagano, oggi marito e moglie e genitori di tre bambini, che già durante gli studi vagheggiavano di dedicarsi a una viticoltura rispettosa della natura.
Il progetto inizia a prendere forma agli inizi degli anni 2000, quando a Paderno Franciacorta vengono piantate circa 60mila barbatelle su 10 ettari divisi in tre appezzamenti: Tre Cortili (1,5 ettari, chardonnay a cordone speronato), Colombaia (3,5 ettari coltivati, Chardonnay a guyot) e Albarello (5 ettari di cui 3 a Chardonnay e 2 a Pinot Nero, tutti a cordone speronato).
L’uva dei primi quattro anni di produzione non viene vinificata. Poi, finalmente, nel 2005 i due decidono che è arrivato il momento di dare alla luce la loro prima annata. Nascono così, in via quasi sperimentale, 4.300 bottiglie di un Franciacorta Brut destinato a uscire solo tre anni dopo.
Convinti del proprio ruolo di difensori della biodiversità, nel 2016 Maria Luisa e Gianfranco iniziano il percorso di certificazione biologica in modo che, a partire dalla fine del 2021, tutti i vini Franciacorta Santus siano bio e vinificati nella nuova cantina pronta a fine 2020.
Santus oggi produce mediamente 50.000 bottiglie: Franciacorta Brut (25mila pezzi), Franciacorta Satèn Brut Millesimato (10mila), Franciacorta Rosè Zero Millesimato (8mila), Franciacorta Dosaggiozero Millesimato (5mila) e Franciacorta “Essenza” Millesimato (2mila e solo in certe annate).
Io, ovviamente, me li sono assaggiati tutti!
Santus – Franciacorta Brut (80% chardonnay, 20% pinot nero): paglierino luminoso e dal perlage fine. Ricco nel bagaglio aromatico di fiori bianchi, crosta di pane, agrumi e lieve mineralità. Strutturato, composto, piacevole al sorso che chiude con ritorni agrumati.
Maturazione: 6 mesi in acciaio inox e piccola parte in barriques di rovere francese. Affinamento in bottiglia sui lieviti: minimo 21 mesi.
Santus – Franciacorta Satèn Brut 2015 (100% chardonnay): paglierino luminoso e dal perlage fine. Impatto olfattivo molto diretto e senza fronzoli dove si percepisce la pesca bianca, il pompelmo rosa, l’erba cedrina a cui fa da sfondo una inconfondibile nota di gesso. Ottima coerenza al palato, invitante e sapido, che chiude su una scia agrumata davvero ragguardevole.
Maturazione: 6 mesi in barriques in rovere francese. Affinamento in bottiglia sui lieviti: minimo 30 mesi
Santus – Franciacorta Rosè Zero 2015 (100% pinot nero): è la novità di questo anno in quanto questa tipologia ha preso il posto dell’extra brut prodotto fino allo scorso anno. Colore rosa antico, brillante e dal perlage fine e persistente. Si esprime deciso su sensazioni di lampone acerbo, rosa, freisa, arancia sanguinella, pompelmo rosa. Il sorso è decisamente secco, austero e coinvolgente per avvolgenza, equilibrio e lunghissima persistenza che in questo caso, rispetto agli altri Franciacorta bevuti in precedenza, ha una progressione minerale di grandissimo impatto.
Maturazione: 6 mesi in acciaio inox. Affinamento in bottiglia sui lieviti: minimo 40 mesi
Santus – Dosaggiozero 2015 (70% chardonnay, 30% pinot nero): giallo paglierino arricchito da un perlage numeroso, elegante e persistente. Approccio olfattivo austero dove affiorano immediati i sentori freschi di mela verde, uva spina, biancospino, scorsa di pompelmo che col tempo virano decisi su una nota profondamente minerale, quasi di allume. Al gusto è tutto classe, consistenza, slancio e sapidità. Da bere a secchi!
Maturazione: 6 mesi in barriques in rovere francese. Affinamento in bottiglia sui lieviti: minimo 30 mesi.
Santus – Franciacorta “Essenza” 2012: ottenuto da uve Chardonnay 100% del vigneto aziendale Tre Cortili, raccolte a maturazione molto avanzata ed attaccate da Botrytis Cynerea. Il risultato? Un Franciacorta fuori dagli schemi, destabilizzante e di grande impatto, soprattutto olfattivo, che si esprime su un bouquet composto da effluvi di frutta secca, bergamotto, pesca sciroppata, nocciola e marzapane. Assaggio ricco, goloso e coerente con i ritorni aromatici di pasticceria e frutta matura. Tra i cinque, per lo stile, è quello che mi ha convinto di meno ma se amate l’avvolgenza e la morbidezza di uno vino questo non potrà non essere il vostro Franciacorta di riferimento.
Maturazione: 6 mesi in barriques in rovere francese. Affinamento in bottiglia sui lieviti: 60 mesi
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