di LORENZO COLOMBO
Presentato il Consorzio per la tutela del glorioso vino aromatizzato a Indicazione Geografica, con interessante degustazione. Peccato si sia parlato più di mixology che del prodotto in sè, però.

 

Con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del DM 1826 del 22 marzo 2017, il Vermouth di Torino veniva riconosciuto come Indicazione Geografica: era l’ultimo atto di un lungo percorso volto al riconoscimento dell’unicità di questo prodotto. La prima normativa riguardante il Vermouth era datata infatti 1933 e stabiliva la gradazione alcolica minima, il tenore zuccherino e la percentuale in volume del vino base e delle sostanze aggiunte.

Un passo importante del cammino era però stato compiuto nel 2014, quando emerse la necessità di una maggior tutela, dato che negli Stati Uniti leggi più elastiche consentivano la produzione di un Vermouth privo delle caratteristiche peculiari di quest’aperitivo nato in Piemonte nel XVIII secolo. I produttori italiani si riunirono quindi in un tavolo comune che, col sostegno della Federvini, dette il via all’iter conclusosi col riconoscimento da parte dell’Ue. Nel 2017 nasceva quindi l’Istituto del Vermouth di Torino e due anni dopo il Consorzio del Vermouth di Torino.

Il disciplinare di produzione prevede quattro tipologie, basate sul colore (Bianco, Ambrato, Rosato o Rosso); un’altra distinzione è data dal grado di dolcezza, su tre livelli: Extra Dry (meno di 30 g/l di zucchero, Dry (meno di 50 g/l) e Dolce, riservato ai Vermouth con un tenore zuccherino d’oltre 130 g/l.

La gradazione alcolica dev’essere compresa tra il 16° e i 22°, mentre la tipologia Superiore prevede l’utilizzo per almeno il 50% di vino prodotto in Piemonte, come pure prodotte in regione debbono essere le essenze aromatizzanti, con una gradazione minima di 17°.

Lo scorso giugno il Consorzio del Vermouth di Torino si è ufficialmente presentato alla stampa presso il Palazzo Parigi Hotel a Milano. Erano presenti il Presidente del Consorzio Roberto Bava ed il direttore Pierstefano Berta che hanno tenuto la relazione dal titolo “Dai Savoia alla nuova legge di tutela: il racconto del Vermouth di Torino”.

E’ quindi seguita una degustazione guidata alla cieca della principali tipologie di Vermouth di Torino spiegandone caratteristiche ed utilizzo, sono così stati presentati un Vermouth Dry, uno Bianco, uno Ambrato ed uno Rosso. La degustazione è stata condotta da un esperto di mixology e questo c’è un po’ dispiaciuto perché  avremmo preferito che fosse data maggior importanza al Vermouth di Torino in quanto tale, e non come ingrediente (seppur basilare ed importante) di una bevanda miscelata.

C’erano poi 53 Vermouth di Torino in degustazione libera, prodotti da 22 aziende, purtroppo il poco tempo a disposizione ci ha permesso d’assaggiarne solamente una dozzina, tutti piuttosto interessanti, tra i nostri preferiti andiamo a citare:

Bordiga – Vermouth di Torino Bianco: dal naso intenso, speziato ed elegante; intenso e morbido alla bocca con sentori piccanti che rimandano nettamente allo zenzero, lunga la sua persistenza.

Drapò – Vermouth di Torino Rosato: discretamente intenso al naso, agrumato con sentori di scorza d’arancio e leggeri accenni di spezie dolci; fresco alla bocca dove si ripropongono le note agrumate che rimandano al pompelmo, lunga la persistenza.

Del Professore – Classico Vermouth di Torino Ambrato: dal color giallo-dorato luminoso, intenso ed elegante al naso dove si colgono sentori di radici e d’erbe aromatiche; fresco ed agrumato alla bocca, con accenni piccanti di zenzero e lunga persistenza.

Tosti 1820 – Taurinorum Vermouth di Torino Superiore Ambrato: color ambrato luminoso, discretamente intenso al naso dove si percepiscono sentori di caramella all’orzo; intenso alla bocca, di nuovo si coglie la caramella all’orzo oltre a sentori di radici dolci e di cannella, buona la sua persistenza.

Cocchi – Storico Vermouth di Torino Rosso: color tra il topazio ed il granato, intenso al naso dove presenta sentori di radici dolci e spezie dolci; succoso al palato, vi cogliamo radici dolci e caramella al rabarbaro, lunga la sua persistenza.

Peliti’s – Vermouth di Torino Rosso: color granato, mediamente intenso al naso dove presenta leggere note di radici e corteccia; succoso e piacevolmente amaricante al palato, caramella al rabarbaro.

Arudi – Vermouth di Torino Rosso: color granato luminoso, Intenso al naso, con sentori di radice di genziana e rabarbaro; netti sentori di radici alla bocca (sembra un amaro), lunga la sua persistenza.

Drapò – Tuvè Vermouth di Torino Rosso: color granato, intenso e balsamico al naso dove cogliamo spezie dolci, cannella e noce moscata; di buona struttura, leggermente piccante (pepe), chiude su sentori di rabarbaro.

 

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