di ROBERTO GIULIANI.
Vittima dell’appetito, l’enogastrofotografo abbandona l’arte, si addentra nella campagna, si perde, diffida e poi rimane folgorato sulla via tra Bologna e Ferrara. Non dall’aerografo, ma da una trattoria un po’ dimessa.
A scanso di equivoci, l’ubicazione di questa trattoria non è delle migliori, è molto improbabile capitarci se non se ne conosce già l’esistenza. Per me è stata una piacevole scoperta, tornavo dalla mostra “Natura tra vino, arte e fotografia“, organizzata a Ferrara dall’associazione PIV, nell a quale sono stato parte attiva esponendo mie fotografie al fianco delle opere all’aerografo di Arianna Fugazza, quando ho percepito un chiaro e imperativo segnale dal mio stomaco: fame! Del resto erano passate le 13 e il viaggio di ritorno era cominciato da poco. Imbocco l’A13 per Bologna e dopo pochi chilometri capisco che è il caso di uscire e fermarmi a mangiare. Esco ad Altedo e seguo le indicazioni per San Pietro in Casale, dopo circa quattro chilometri mi trovo nella zona periferica del paese, un po’ desolata e non particolarmente invitante, ma tant’è il mio stomaco se ne frega altamente di simili quisquilie, l’urgenza non è rinviabile. Chiedo ad un indigeno dove poter mangiare un boccone e mi indica due traverse più avanti la trattoria Tubino. Informazione chiara e provvidenziale. Il luogo in cui è collocata è piuttosto anonimo, non girano anime, qualche auto occasionale… “sarà l’ora” penso. Mi faccio coraggio ed entro.
Non è l’entusiasmo a travolgermi quando osservo la sala (di cui c’è un piccolo prolungamento al piano di sopra), il primo pensiero che mi passa per la mente è che forse meriterebbe un restyling, ma soprassiedo, non sono venuto ad un’altra mostra, quello che conta è mangiare, possibilmente bene.
Oltre a me e Laura, a un altro tavolo ci sono due uomini che sembrano mangiare con soddisfazione degli antipasti. Sopraggiunge una signora che ci consegna il menu, la carta dei vini non è disponibile ma posso scegliere tra quelli esposti nella cantina-frigo: “Se non vuole una bottiglia può prendere il vino al calice, fra queste tipologie o se vuole apriamo una bottiglia di suo gradimento“. Beh, non c’è la carta con i prezzi, ma almeno non fanno i “tirati” sui vini al calice, vedo anche che c’è una buona scelta fra aziende regionali e nazionali. Sul fronte del menu leggo:
“Trotta, trotta bimbalotta
un furmai e ‘na ricotta
un parol ed taiadel
da impinir al mi budel“.
“Sembra fatto apposta per me!” penso, comincio ad avere alcuni gorgoglii proprio lì, nel budel, scegliamo le nostre portate e attendiamo pazientemente la loro preparazione, nel frattempo non posso evitare di addentare le coppie ferraresi calde (il tipico pane della provincia emiliana formato da due pezzi di pasta legati assieme a forma di nastro nel corpo centrale, ciascuno con le estremità ritorte in modo da formare un ventaglio di quattro corna, le cui estremità sono dette crostini), non è un pane che amo particolarmente – sono cresciuto a casareccio – ma caldo si fa apprezzare, soprattutto in questo momento di energico appetito.
Ci siamo! La signora (che poi scopro essere una dipendente e non la moglie del cuoco, come avevo erroneamente ipotizzato…) ci porta dopo circa dieci minuti la prima portata: “Zucchine mignon con il loro fiore ripieno, gratinate“, aspetto sobrio e invogliante, una varietà di zucchine di piccole dimensioni dal sapore dolce, quattro pezzi con due tipi di ripieno, uno con la carne tipica del polpettone e l’altro con ricotta ed erbette varie. Niente male, davvero gustoso e con la zucchina cotta a puntino, leggermente croccante.
Per la seconda portata abbiamo fatto una scelta differente: Laura ha preso uno “Sformato di formaggi di capra e asparagi al vapore” ed io “Linguine con ragù d’anatra e carciofi“.
A questo punto ci siamo resi chiaramente conto che la trattoria, a dispetto delle apparenze, ha tutte le carte in regola per soddisfare il palato, i piatti si stanno dimostrando tutti equilibrati, saporiti, davvero buoni e con cotture perfette. In particolare lo sformato di capra appare davvero riuscito, la foto stessa rivela la doratura superficiale che ne ha esaltato il sapore, mentre gli asparagi sono di ottima qualità e gustosissimi.
Ineccepibili anche le linguine, cotte al dente e ben amalgamate con il ragù d’anatra, un piatto apparentemente semplice eppure perfettamente equilibrato grazie alla presenza dei carciofi, tenerissimi.
L’appetito stava per raggiungere lo stato di quiete, pertanto, pur non volendo rinunciare a chiudere con i dolci, abbiamo ceduto ad una invitante portata di “Fritto dolce e salato“, un piatto davvero succulento, a base di zucchine, patate, cipolle per la parte salata, mentre quella dolce era composta da ciambelline di mela e cubetti di crema. Semplicemente strepitoso!
Ed eccoci ai dolci: per me una “Cupoletta di semifreddo al torrone al cioccolato fuso“, un trionfo di sapori, il cioccolato è fondente, perfetto per stemperare la dolcezza del torrone, una vera leccornia.
Per Laura arriva uno “Zuccotto di ricotta e ciambella“, il gioco di colori si intona perfettamente con il celeste del bordo del piatto, e anche il gusto dello zuccotto sembra parlare un linguaggio più femminile, delicato, gentile, i sapori sono più sobri ma non meno coinvolgenti.
Insomma, una vera sorpresa la Trattoria Tubino, anche nel prezzo, davvero onesto, siamo attorno ai 30-35 euro secondo le portate. Certo devi saperne l’esistenza, non è nel centro storico del paese e non ci sono indicazioni del locale, nel nostro caso è stata la fame a guidarci. E vi dirò, ora che sappiamo dov’è, non mancheremo di tornarci, ne vale proprio la pena!
Trattoria Tubino
Via Pescerelli, 98 – San Pietro in Casale (BO)
Tel. 051-811484
Chiuso tutto il venerdì, e il sabato a pranzo
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