di STEFANO TESI
Vent’anni di Orcia doc in venti annate dei vini del produttore di Pienza, tra storie di vigna, di vendemmia, di speranza e di passaggi generazionali. Con una denominazione in bilico.
Non è frequente che dopo appena un mese gli IGP tornino a occuparsi del medesimo vino o del medesimo produttore, ma stavolta diciamo che l’”invecchiato” del 7 agosto a firma di Lorenzo Colombo sul “Frasi” 2006 di Marco Capitoni funse da antipasto a quanto officiato più in grande qualche giorno fa: una verticale di 20 vini, uno per anno, a celebrare il ventennale dalla prima vendemmia di questo verace vignaiolo di Pienza, pioniere della doc Orcia.
Del Capitoni uomo, che conosco più o meno dall’inizio e di cui ho seguito con interesse la parabola, mi sono sempre piaciuti la schiettezza, l’onestà intellettuale e la nessuna inclinazione a pavoneggiarsi. Qualità che si riflettono in tutta la famiglia.
Del Capitoni produttore mi sono sempre piaciuti invece la coerenza, la grande attenzione alla territorialità, la consapevolezza dettata dalla conoscenza profonda di sé e dell’azienda e una sobrietà che lo rendono un ottimo critico di se stesso e dei propri vini, peraltro ottimi.
A ciò va aggiunto uno slancio a sostegno della denominazione che va oltre le oggettive difficoltà strutturali della medesima, a riprova che gran parte delle fortune di un territorio dipendono molto più dalla convergenza di scopi di chi ci lavora che da ambiziose ma impraticabili strategie di marketing.
Tanto premesso, la degustazione del ventennale – guidata da par suo da Armando Castagno (che giustamente non ha mancato di lumeggiare le storiche contraddizioni socioeconomiche di un contesto tanto affascinante quanto aspro) – è stata oltremodo interessante.
Per tre ragioni.
Dapprima perchè ha coinvolto ambedue le etichette “storiche” della cantina (il “Capitoni”, oggi un Orcia Doc Riserva prodotto fin dal 2001 con uve di Sangiovese e Merlot, e il “Frasi”, un Orcia Doc Sangiovese Riserva prodotto dal 2005 da uve di Sangiovese, Canaiolo e Colorino della più vecchia vigna aziendale), poi perché ogni annata è stata commentata alla luce dei ricordi personali del produttore e infine perchè, nell’alternanza tra vetri bordolesi e magnum, ha consentito anche un confronto sulla diversa evoluzione dei vini a seconda del contenitore.
La vera sorpresa di fondo (o forse no?) è stata la sensazione di continuità offerta dagli assaggi: ovverosia la possibilità di riflettere, attraverso i vini, sull’indubbia evoluzione tecnica, stilistica e climatica marcata dall’arco temporale, ma sempre attraverso il calmiere di uno stile produttivo capace, nel suo adeguarsi, di rimanere coerente.
E’ stata esclusa dalla degustazione, per evidenti limiti anagrafici, la terza etichetta della casa, il “Troccolone”, un Orcia doc Sangiovese in anfora prodotto solo da pochi anni, che però ha saputo farsi apprezzare a tavola.
Ed ecco il dettaglio.
Capitoni 2001
Rubino scurissimo un po’ aranciato, naso integro e opulento, ricco di frutti maturi e note dolci, quasi solenne. In bocca è rotondo ed elegante, con un finale minerale molto stuzzicante.
Capitoni 2002
Una sorta di miracolo in un’annata disastrosa: il tempo gli ha conferito una levità generale e un’agilità molto in linea col gusto odierno. Al naso rivela note vegetali marcate che poi si evolvono in salmastro, mentre in bocca giunge un po’ diluto ma vivo, con buona acidità e una complessità fine, eterea.
Capitoni 2003
L’annata bollente dà un colore scurissimo e un po’ appesantito, il naso accenna all’ossidazione e le note di frutta cotta emergono in modo evidente anche in bocca. Ciononostante il vino mantiene una sua godibilità.
Capitoni 2004
Andò tutto bene fino alla grandinata distruttiva di settembre, quindi vino poco ma buono: al rubino scurissimo fa fronte un naso brillante, elegante e vivo e un palato altrettanto equilibrato, di bella lunghezza.
Frasi 2005 (magnum)
Il 90% di Sangiovese e la botte da 33 ettolitri danno sentori varietali quasi nervosi, asciutti e ben fruttati, mentre in bocca i tannini sono ancora in evidenza con qualche spigolo.
Frasi 2006 (magnum)
Rubino decisamente scarico per un vino freschissimo, lineare e croccante: frutto in evidenza, grande equilibrio e finezza con sorso elegantissimo, lungo e sapido, molto profondo. Tra i migliori campioni assaggiati.
Frasi 2007 (magnum)
Un vino complesso, equilibrato e avvolgente: al naso ha note salmastre, accenni balsamici e qualcosa di erbe aromatiche, in bocca è vivissimo, pimpante, con richiami speziati che lo rendono quasi gioioso. Bene!
Frasi 2008 (magnum)
L’annata da manuale regala un vino senza incertezze, che al naso coniuga maturità e dolcezza, freschezza e varietalità, mentre al palato rivela una sobrietà quasi austera che lo rende complesso, lineare, verticale.
Frasi 2009 (magnum)
Il millesimo difficile dà un vino strano, con un naso ricco e denso, frutto maturo e un accenno quasi carnoso, mentre in bocca è agile, con tannini in evidenza. Bevuta più gastronomica che da degustazione.
Frasi 2010 (magnum)
Un vino strano ricco, quasi ingombrante, pastoso e abbondante, che al naso ha note autunnali e in bocca è ampio ma un po’ spigoloso.
Capitoni 2011
Prevalgono al naso i sentori intensi e dolciastri di frutta matura in questo vino così morbido da sembrare un po’ ruffiano. Impressione confermata in bocca con un sorso pieno e ricco, coerente al tipo.
Frasi 2012 (magnum)
Un vino molto mutevole nel bicchiere, con un’impronta iniziale severa e asciutta che lo rende quasi “chianticlassicheggiante”, ma poi vira nell’opulenza dettata dall’annata calda che anche in bocca si fa sentire. Finale amarognolo.
Capitoni 2013
Al naso è importante, solenne, appena speziato, con accenni di legno, mentre in bocca è rotondo ed ampio, molto profondo, ma con un’asciuttezza che invita alla convivialità.
Capitoni 2014
L’annata piovosissima consente appena 5mila bottiglie di un vino strano, ove i sentori vegetali e di rovo del Merlot hanno la netta prevalenza, accompagnati da note di caffè e pomodoro. Al palato è semplice e piacevole.
Frasi 2015
Il campione, da bordolese, paga un po’ il gap coi confratelli da magnum: il naso è un po’ chiuso, come involuto, con accenni di carne cruda che si ritrovano anche al palato, con un vino che fatica un po’ a liberarsi anche nel finale amarognolo.
Frasi 2016 (magnum)
Rubino scarico e naso ricchissimo, con un gran frutto e una brillantezza invogliante che non trovano completa rispondenza in bocca, dove il vino si asciuga un po’ e si accorcia.
Capitoni 2017
La ricchezza quasi ridondante di note fruttate lo rende fin troppo opulento e fa più che ben sperare in un futuro tutto da attendere, come anche al palato l’abbondanza suggerisce.
Capitoni 2018
Un vino coi fiocchi: naso esplosivo per eleganza e profondità, frutto pulito in evidenza, godibilissimo. Le sensazioni di piacevolezza replicate anche al sorso lo rendono goloso.
Frasi 2019 e Frasi 2020 (campioni da botte).
Chiosa finale: una bellissima giornata e un quadro realistico dello stato dell’arte.
Pubblicato in contemporanea su