di KYLE PHILLIPS
Sono grotte moreniche ove spira aria fredda che le rende più fresche d’estate che d’inverno: in pratica hanno l’aria condizionata naturale. Ideale per conservarci “quello buono”. E Kyle ce lo racconta.
Se lasciate Torino diretti verso la Valle D’Aosta, seguirete la vallata adesso occupata dalla Dora Baltea. Non é tuttavia una vallata fluviale, bensì glaciale e poco oltre Ivrea scoprirete qualcosa, per quanto ne sappia, unica: I balmetti di Borgofranco D’Ivrea.
I balmetti sono cassette con cantine scavate nella morena laterale dal ghiacciao che poggia contro le montagne al bordo della valle. Quel che li rende unici sono le ore (al singolare ora), cioè fessure fra i massi morenici da cui escono correnti d’aria fredda. Fredda davvero: la loro temperatura media é 8 gradi d’estate, e un pochino meno d’inverno. Le cantine refrigerate dei Borgofranchesi sono affascinanti, come lo è anche la loro storia.
Si hanno notizie di Borgofranco almeno dal 1200, con il grosso del paese ubicato più verso il centro della vallata. La gente conosceva sicuramente i getti d’aria fredda che uscivano dalle fessure nella morena, ma hanno aspettato fino al ‘600 per costruirvi sopra le prime casette, dette Bblmetti, utilizzandole principalmente per conservare il vino.
C’e’ voluto fino ai primi anni del 1800 prima che i Borgofranchesi sfruttassero seriamente la loro risorsa, costruendo una viuzza di balmetti lungo la parete della vallata (se la percorrerete, vedrete una fila di case addossate alla montagna), e parrebbe che la decisione di sfruttare le correnti sia almeno in parte imputabile a cambiamenti nei costumi locali.
Storicamente una società chiamata La Badia si era occupata delle feste popolari, e in particolar modo del Carnevale a Borgofanco. Tuttavia, la sua popolarità scemò durante i primi decenni del 1800, periodo in cui vi furono due importanti sviluppi. Primo, la ventata d’innovazione culturale collegata alla breve durata del governo napoleonico, che determinò nuovi modi di festeggiare il Carnevale e per quanto riguarda i divertimenti in generale. Secondo, la Chiesa reagì alle novità ponendo un forte freno. Di conseguenza quelli che si volevano divertire decisero di uscire dal paese onde evitare gli sguardi e i commenti dei moralisti e fecero dei balmetti quella che si potrebbe chiamare una via goliardica. Persino i nomi delle contrade, fra i quali Via del Buonamore, Via di Bacco, and Via della Coppa riflettono la vocazione del quartiere.
Ovviamente, dopo la costruzione delle strutture queste furono dedicate anche a scopi meno goderecci, come depositi, in particolar modo per vino e uva e anche per materiali industriali.
Nel 1900 la famiglia Degiacomini, mastri birrai di Sondrio, vi costruirono una birreria, servendosi dell’aria fredda dei balmetti per regolare le fermentazioni. Era chiusa quando ci sono stato, ma si discuteva su una sua possibile riapertura e vedo che adesso c’è la birreria ai Balmetti (qui)
Ci sono quasi duecento balmetti, raffreddati da circa 300 fessure e la Pro Loco ha trasformato uno dei più belli in un piccolo museo, con i suoi uffici al piano di sopra.
Oltre ai balmetti concentrati lungo la via, ve ne sono altri singoli addossati alle pareti della valle un pochino più a monte. Quando conviene fermarsi? I balmetti figurano in tre feste: Carnevale, a giugno in occasione di Andoma ai Balmit, e al tempo della raccolta dell’uva. L’Italia vanta innumerevoli sorprese e questa ne é una.
Come arrivare: Borgofranco è appena a nord di Ivrea. Lasciate l’A5 a Quincinetto, girando a destra per Settimo Vittone.
I Balmetti si trovano in una frazione denominata Quinto. Per ulteriori informazion, contattate il sito di Borgofranco, http://www.comune.borgofranco.to.it/
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