Mano a mano che i giorni passano, la nebbia del grottesco digitale s’infittisce.
Chiarito che la comica della fattura elettronica è un progresso solo sulla carta (paradosso dialettico!), mentre nella realtà è per quasi tutti, cioè le persone normali, un’inutile, fastidiosa e costosa complicazione, cominciano a emergere i dettagli del nuovo labirinto fiscale in cui ci hanno cacciati.
Ecco alcuni esempi.
Si è scoperto che talune aziende inviano le fatture elettroniche direttamente al commercialista, o meglio alla casella corrispondente al tuo nome o partita iva, che a sua volta le riversa al commercialista. Comodo? Comodo un tubo.
Primo: come faccio a sapere se una fattura è stata emessa, e con quali modalità o scadenze di pagamento, quando invece che a me la mandano a lui? Deve lui sobbarcarsi il lavoro (pagato!) di comunicare a me che è stata emessa una fattura a mio carico? Quindi l’operazione di invio fattura non si semplifica ma, al contrario, raddoppia nei tempi e nelle spese.
Secondo: come faccio a sapere se la fattura mandata a lui è esatta, corretta, conforme alla reale prestazione, etc.? Devo comunque farmela inviare per controllarla. Che culo, eh?
Terzo: come fa l’emittente a mandare la fattura, se prima non ti ha chiesto il famoso codice univoco che dovrebbe servire a “indirizzare” le fatture nei corretti cassetti fiscali? Ebbene, l’ho scoperto: la manda e basta, senza avvertirti e neppure chiederti il codice. Ci mette quello generico “000” e poi cacchi tuoi o del tuo consulente allineare, collocare, recuperare. A pago, si capisce.
Quarto: abolite le fatture cartacee, è abolito anche il loro protocollo, cioè la pratica numerazione progressiva che ti consentiva, anche a distanza di tempo, di individuare rapidamente un certo documento. In cambio del (sì, ingombrante, ma insomma…) raccoglitore ad anelli, ora per essere sicuri di aver trovato la fattura giusta bisogna passare decine di minuti al telefono o al pc a confrontare data, importi, descrizione, etc, etc.
Quinto: non esistendo una regola rigida, ogni emittente fa come gli pare, cioè può mandare la fattura elettronica solo a te, o solo al commercialista, o a tutti e due, avvertendoti o meno, con codice univoco o senza, etc.
Conclusione: devi passare un’ora alla settimana col consulente (sempre pagato, ça va sans dire) per fare il punto su cosa c’è e cosa non c’è, come a scuola con le figurine: cèlo, cèlo, manca…
“Digital madness / is killing my country, yeah yeah” (libera interpretazione da “Military Madness” di Graham Nash, 1971).