Sul yahoogroup di Senza Bavaglio, corrente dell’Fnsi, il segretario dell’OdG Enzo Jacopino propone (qui) di “schedare” gli editori, dopo aver scoperto che qualcuno offre compensi ridicoli, per non dire offensivi, e invita i colleghi a comunicargli l’effettiva entità dei pagamenti per realizzare un dossier. Iniziativa apparentemente lodevole, ma con cui non siamo d’accordo se non serve a mascherare anche la vena “masochistica” di chi è disposto a tutto, anche a lavorare gratis.
Sul gruppo Yahoo! di Senza Bavaglio, la corrente dell’Fnsi guidata dall’inviato del Corriere Massimo Alberizzi, il segretario dell’OdG Enzo Jacopino propone di lanciare una “campagna di moralizzazione” su un tema di scottante attualità: quello dei giornalisti “sottopagati”.
“Smascheriamo gli editori”, dice. “Ricevo segnalazioni che mi fanno rivoltare lo stomaco. Editori che compensano i collaboratori con 1,03 a pezzo. Altri che elargiscono 5 euro. Ovviamente al lordo. Il che significa che un articolo può essere pagato anche 80 centesimi. Così ho deciso di coinvolgervi: segnalatemi le vostre esperienze, dandomi tutti gli elementi utili. Io assumo l’impegno formale che non rivelerò la fonte delle informazioni. A patto, ovviamente, che siano vere e documentabili. L’Ordine farà una rumorosa denuncia pubblica di quanto riusciremo ad apprendere. Se vogliamo fare una battaglia di moralizzazione abbiamo il dovere di essere rigorosissimi nelle affermazioni. In una parola: VERITA’. Aspetto vostre notizie”.
Bene, ottima e giusta iniziativa, verrebbe da dire.
Poi, però, uno ci riflette. E si chiede: ma chi glielo fa fare? Non a Jacopino, è ovvio, ma ai colleghi che si “danno” per un euro a pezzo.
E così mi è venuta voglia di mandargli questa nota:
Caro Jacopino,
ho letto il tuo intervento ma, pur apprezzandone ovviamente l’intento, non lo condivido affatto.
L’altro giorno ho partecipato su loro invito a una riunione dell’assostampa toscana (della quale peraltro non sono più socio) dedicata al lavoro autonomo. Solita babele e soliti discorsi fatti mille altre volte. Tranne uno: quando un collega un po’ sprovveduto si è acceso sul tema dei tariffari per dire che, diamine, i tariffari dell’OdG, qualora venissero riammessi, andrebbero abbassati, perchè quelli vecchi erano troppo alti e lui con quelli non riusciva a trovare committenti.
Sì, hai letto bene: ha detto che erano alti e andavano abbassati.
Leggo ora da te che esistono non solo babbei che accettano di lavorare per 5 euro a pezzo, ma addirittura per 1 euro.
Ecco, ora il discorso fatto e rifatto lo tiro fuori io: ma la “colpa” di tutto questo sarebbe degli editori? E non di quelli, che fatico a chiamare colleghi, che accettano pagamenti di 1, 5 10 euro a pezzo? Stiamo scherzando?
Nota bene: stiamo parlando di lavoro autonomo, cioè di gente che in teoria dovrebbe campare del proprio lavoro, non di dilettanti o hobbisti.
In nome di quale sacro fuoco, imperativo categorico, ordine divino o missione da compiere un giornalista (il quale, lo ricordo, è stato iscritto all’odg comprovando qualità, quantità e continuità dei propri scritti, nonchè la CONGRUITA’ dei relativi emolumenti) che possa dirsi tale può accettare compensi così ridicoli, impedendo a se stesso di sopravvivere e svilendo il prestigio (incluso il residuo potere contrattuale) dell’intera categoria?
Qualcuno sa trovarmi un qualsiasi lavoratore, in qualsiasi settore, disposto a farsi pagare un euro non dico ad “opera”, ma nemmeno all’ora? Un idraulico, un muratore, un architetto, una colf, un clandestino che raccoglie pomodori, una baby sitter, uno studente che dà ripetizioni a quelli delle medie, uno che pulisce i cessi alla stazione, chi? E ciononostante dovremmo essere solidali con in colleghi che svendono fino a questo punto il loro lavoro?
Eh, no. Mi dispiace, sarà anche politicamente scorretto, ma il male siamo noi, non gli editori. Anch’io vorrei conoscere i nomi di chi si svende: e poi, però, pretendere la revisione degli albi.
Ma fino a quando la categoria continuerà a farsi del male da sola e poi a dare la colpa agli altri?
Prima di finire in galera, Vanna Marchi ha lucrato milioni vendendo feticci, beveroni, talismani e creme finte a centinaia di babbei. Era peggio Vanna Marchi che vendeva fuffa o i babbei che credevano alle sue ciarle? Non ho dubbi: oltre una certa soglia di dabbenaggine, erano peggio i babbei.
Via, facciamola finita con questa farsa. Basta piangersi addosso accusando il destino cinico e baro, il governo ladro, gli editori marpioni, l’a me mi ha rovinato una malattia. Ma un po’ di dignità no? Tanti lavori dignitosi invece di una professione fatta male e indegnamente, nemmeno?
Francamente credo che un sondaggio per capire su che livello si attestino i pagamenti medi sia utile. Ci tentammo anni fa, fallendo, nel settore della stampa di viaggio. Ma era per capire quali margini di trattativa ci fossero.
Se qui siamo a 1 o 5 euro a pezzo, margini non ce n’è. Non ce n’è per continuare a lavorare: non si può pretendere del resto di tutelare la gente da se stessa o impedirle di essere masochista.
E i colleghi/lettori si questo blog che ne pensano?