Nella mia vita ho amato pochi sportivi come Niki Lauda. Giusto Gustavo Thoeni e Sandro Mazzola.
Eroi generazionali del decennio “marrone”.
Indimenticabile il mondiale del ’75 con Marlene e Montezemolo. Indimenticabile lo shock per il fuoco del Nurburgring, la resurrezione, il ritiro in Giappone.
L’abbandono dell’attività e il rientro vittorioso.
Lui tignoso, politicamente scorretto, attaccato dalla stampa nazionalpopolare perché poco accondiscendente, poco conformista, poco falsosimpatico.
Ora leggo che te la passi male a Vienna per via di un polmone.
Tieni duro, ce la puoi fare. C’è un solo Niki Lauda.