Incolpevolmente fresca di inutili studi sulla “comunicazione” e spesso di ancora più inutili (nel senso dell’effettivo apprendimento culturale) diplomi superiori, ma piena di giuste aspirazioni, la signorina tenta di farsi le ossa nelle “pr” accettando un tirocinio da stagista in qualche agenzia o sedicente tale.
Qui si ritrova (talvolta nemmeno sorretta, a dire il vero, da quel briciolo di intuito ed acume che in certe professioni sono indispensabili) mandata allo sbaraglio in una giungla di jene irritate o facilmente irritabili a causa della pressione e dell’approssimazione imperanti.
Il risultato è più o meno il seguente.
Driiiiin…
Io: pronto?
Lei: buongiorno, sono Tizia dell’agenzia Caio, le ho appena inviato un comunicato, l’ha visto?
Io: non ancora, mi dispiace.
Lei: si tratta di un evento promozionale che la ditta Sempronio organizza domani ad Aosta nella splendida cornice di Villa Pinco.
Io: quindi?
Lei: volevo sapere se potrà darne notizia sul suo giornale.
Io: a parte che vivo in Toscana e che mi sarebbe comunque impossibile partecipare a un invito di oggi per domani a 600 km di distanza e a parte che il giornale di cui parla è un mensile, che quindi ora sta chiudendo il numero di ottobre, ma le sottolineo che il giornale non è “mio”, né ho un ruolo che potrebbe permettermi di decidere se e cosa pubblicare.
Lei (imbarazzata): ah, no?
Io (paziente): eh, no. Per queste cose parli col direttore.
Lei: e chi è il direttore?
Io (meno paziente di prima ma ancora paziente): scusi, lo so che non è tutta colpa sua, ma lei mi chiama come referente di un giornale senza sapere né il mio ruolo, né dove abito, né chi è il direttore del medesimo?
Lei (confusa): non so, qui (nb: “qui”, ndr) c’è il suo nome.
Io (sorridente): qui dove?
Lei (costernata): nell’elenco delle persone da contattare.
Io (paterno): guardi, faccia tesoro di questa esperienza. Con una sola telefonata dovrebbe aver capito almeno tre o quattro cose che chi vuol fare il suo mestiere non deve mai fare.
Lei (mortificata): ha ragione, mi scusi.
Io: nessun problema, lieto di averla in qualche modo aiutata.
Lei (riconoscente): grazie.
Io: in bocca al lupo.
Lei: crepi.
Click.