Per la prima volta, dal 9 aprile, si potrà ammirare il sole nascente dalla cima del Facciatone del Duomo, una delle vedute più spettacolari della città. E poi meditare sugli angeli ammirando la Maestà di Duccio. Anche se i problemi senesi rimangono.
Come prendevo atto con rammarico giorni fa, chiacchierando con un collega, Siena da tempo ha perduto tutto il suo sex appeal.
Il sex appeal turistico e culturale, quello che fa desiderare per una vita intera alla gente di visitare un certo posto e poi magari di tornarci. Quello che mantiene in vita, nell’immaginario collettivo, il mito di un luogo.
Poco conta se alla fine, con la complicità di tante contingenze, “i turisti sono venuti (o vengono) lo stesso“: l’appetibilità di una destinazione o di un luogo d’arte non si misura solo coi numeri. Sempre ammesso – s’intende – di saperli leggere, cosa che spesso non è o non si ha interesse a fare.
Ecco, dal mio modesto ma non del tutto peregrino punto di osservazione, posso dire che, Siena, questa capacità di attrazione l’ha persa da un pezzo.
L’esatto perchè, non lo so.
Senza dubbio le disgrazie politico-finanziarie ne hanno incenerito l’aura, la leggenda di un saper vivere proprio, di cui in modo evidentemente non del tutto meritato la città aveva beneficiato per decenni. Poi ci sono stati gli scivoloni istituzionali nella gestione della promozione turistica. Ed errori di strategia macroscopici, come il troppo insistere su un’immagine stereotipata che alla fine ha fatto somigliare la città del Palio, per usare un modo di dire molto senese, sempre meno al panforte e sempre più al suo incarto.
Risultato: Siena non “attizza” più.
Me ne accorgo da mille indizi: da come ne parla la gente, da come ne parlano le redazioni dei giornali e i loro lettori, da come ne parlano gli addetti ai lavori.
Va detto che alcuni tentativi di risvegliare il desiderio sono stati fatti. Tanta buona volontà, ma pochi mezzi e soprattutto idee non sempre all’altezza dell’impresa da compiere. Penso, ad esempio, allo sbaglio di credere che attaccarsi al treno un po’ artificioso e frusto delle “capitali europee della cultura” potesse portare benefici duraturi non a una destinazione minore o poco conosciuta o fuori mano, ma a una meta già notissima come Siena, che necessitava di ben altro per rifondare la sua credibilità.
Ora, però, una fiammella si è riaccesa.
Niente di incendiario, per carità. Un lumino appena, forse. Che, speriamo, non rimanga isolato. Ma pure una bella intuizione che rompe anche un certo conformismo burocratico da cui spesso le iniziative senesi sono afflitte.
La notizia, asciugata, è questa: “Per la prima volta, tutti i sabati, alle ore 6.00, dal 9 al 30 aprile, sarà possibile ammirare l’alba dal “Facciatone” del Duomo di Siena: una straordinaria emozione della vista dall’alto della più sorprendente fra le vestigia del Duomo nuovo rimasto incompiuto. Che proseguirà con una meditazione sugli angeli ammirando la Maestà di Duccio di Buoninsegna, capolavoro assoluto dell’arte senese del Trecento, somma sintesi lirica tra Oriente e Occidente. Gli angeli sono infatti gli alati messaggeri incaricati da Dio di fare da tramite con il genere umano. Il sorgere del disco solare prefigura il trionfo di Cristo sulle tenebre: il cielo che in quel momento si fa tutto d’oro sembra prospettare le gioie del Paradiso. Francesca Fumi Cambi Gado, storica dell’arte e scrittrice, illustrerà gli angeli della Maestà conducendo i visitatori tra arte, devozione ed immaginazione. Sullo sfondo dello sfolgorante cielo d’oro del dipinto, gli angeli effigiati da Duccio come giovani principi bizantini. A conclusione della visita sarà offerta una colazione (informazioni e prenotazioni: 0577/286300 o opasiena@operalaboratori.com, dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 17)“.
Da senese posso garantire che l’esperienza merita una levataccia.
E già che ci sono aggiungo un altro appuntamento a mio giudizio imperdibile e pure ad un orario più praticabile: il 6 maggio (ore 21, ingresso gratuito fino a esaurimento posti) la cattedrale ospita un concerto di Jordi Savall, che con Hesperion XXI e La Capella Reial de Calalunya, eseguirà “Canti e danze in onore della Vergine Nera dal monastero di Monserrat” dal “Llibre Vermell de Montserrat”.
Per chi non lo conoscesse, Savall è un concertista e ricercatore famoso per la sua attività di rivalutazione della musica storica. In carriera ha pubblicato più di 230 dischi nei repertori medievali, rinascimentali, barocchi e classici e ha vinto il premio Léonie Sonning, considerato il Nobel per la musica. Tanto per capirci, è anche l’esecutore della colonna sonora del film “Tutte le mattine del mondo” (gli ignari si documentino qui). Info come sopra.