Sì, la nostalgia è canaglia, ma anche la storia è storia e i fatti non si possono negare. Provare a rievocarli e interpretarli in prospettiva, secondo il proprio punto di vista, è legittimo. Ma qui finisce la premessa.
Perchè se, come sta accadendo e a prescindere da come la si pensi, il Giubileo del ’68 (altrimenti detto Sessantotto) si trasforma in una via di mezzo tra la rimpatriata del liceo, la festa in maschera, la replica gamificata delle circostanze di allora e, in definitiva, in un’occasione per buttarla in caciara o in commercio, la conclusione non può che essere una: aveva ragione l’immortale Totò Savio, il ’68 vi ha rovinato.