2016, Anno Internazionale del Bardiccio. Per celebrare l’insaccato di Pontassieve fatto di scarti del maiale, un gruppo di audaci l’ha portato a piedi per 28 km, e poi cucinato, da Siena a Monte Sante Marie, cuore delle Crete Senesi. Qui tutta la gastrocronaca.
Dalle mura di Siena ai confini del Chianti, poi a Pian delle Cortine e a Montaperti, attraversando l’Arbia nel punto in cui “lo strazio e il grande scempio” della battaglia tra Senesi e Fiorentini del 4 settembre 1260 fecero diventare rosse di sangue le acque del fiume. E da qui su nel cuore delle Crete Senesi, i poggi di Canapaia e Torre a Castello, percorrendo a ritroso lo sterrato più famoso d’Italia, quello del Rally di Sanremo e dell’Eroica/Strade Bianche, fino alla “cima Coppi” della corsa: Monte Sante Marie. Cioè casa mia.
Ventotto km in tutto. Che però non abbiamo fatto in macchina o in bici, ma a piedi, impiegando poco meno di 5 ore e mezzo, in un paesaggio fantastico, la pungente aria invernale, l’allegria della compagnia e il miraggio del bardiccio (il tipico insaccato povero di Pontassieve, fatto con gli scarti del maiale) a sfrigolare sulla griglia all’arrivo.
Sì: per celebrare il 2016, “Anno Internazionale del Bardiccio” proclamato dal suo vate, l’oste Stefano Frassineti del ristorante Toscani da sempre (qui), un gruppo di nove ardimentosi camminatori e un cane, alcuni dei quali Pellegrini Artusiani (qui) della prima ora, hanno sfidato i -5° di un giorno di lavoro di gennaio e rinverdendo la tradizione gastropedestre si sono avventurati nell’impresa. Eccoli, in ordine rigorosamente casuale: il detto Frassineti, il suo collega Tommaso Cintolesi di Scandicci, il pusher vinicolo Marco Sodini, il produttore di Nobile di Montepulciano Michele Manelli di Salcheto (qui), il gastronomo militante Marco Peroni, il capo-roadie Antonio Nencetti, il milanista (a volte ce n’è anche qualcuno quasi buono…) Paolo Panzeri e la fidanzata violadipendente Ilaria Bartolini con Thiago, spinone-coccolone. Oltre al sottoscritto, è ovvio.
Il clima che si è creato grazie al connubio tra freddo più sfacchinata più fame più vino (qui) più allegria (qui) più paesaggio (qui) valutatelo da soli guardandovi qui e qui i filmati che abbiamo girato.
Ad accoglierci con caminetto, stufe e griglia accesi, zuppa calda, tortelli e dolci fatti in casa, mia moglie Daniela (qui), da sempre attenta più all’appetito che alla linea dei pellegrini.
Prossima puntata, di oggetto ancora segretissimo, dal 4 al 6 marzo a Pontassieve, nell’ex fabbrica di tappeti, mentore il Frassineti (non ci vuole molta fantasia a immaginare di che si tratti, però).
Nel frattempo sono certo che ci ricorderemo per un pezzo questa giornata che ha fatto tremare le pareti della mia vecchia casa.
Ovviamente la fantasia è già al lavoro per ideare nuovi appuntamenti in vista del futuro prossimo.