Ragazzi, ci siamo: tra 20 ore cominciano gli “Stati Generali”. Biglietto preso, hotel prenotato, email d’iscrizione all’Assostampa mandata. Risposte, programma, relatori? Nessuno, ovvio. Ma che volete che sia? Forse ci vogliono fare una sorpresa.
Vigilia piena di incertezze, volute e non volute, e dei consueti fintotontismi di chi simula equivoci inesistenti sul nocciolo della questione.
Tutto previsto, fa parte del copione. Scaramucce, punzecchiature, tatticismi, ombre cinesi.
La cortina fumogena stesa dai soliti noti, pur su un’iniziativa partita da una costola di loro stessi, è completa: a parte luogo, data e tema, sul resto non si sa nulla.
Chi coordina? Boh. Chi parla come relatore? Ariboh. Che filtro ci sarà all’ingresso, se ce ne sarà uno? Mistero. Chi e come potrà intervenire? Arimistero.
Il tutto nel nome della trasparenza, che diamine.
Ma va bene lo stesso.
Le truppe cammellate dei freelance non ci saranno. Al massimo un drappello o qualche cammelliere anarchico. E poi un vasto ventaglio di delegati e di presenze autorizzate che vanno dal militante col paraocchi al perplesso ma timido, per non dire dubbioso. Non mancheranno quelli mandati, forse un po’ ciecamente, allo sbaraglio nella fossa dei leoni. Comunque, assicurano i ben informati, “non ci saranno solo quattro gatti“.
Meno male.
Diciamo allora che sarà un’altra tappa di un cammino di cui l’inizio si è perso di vista e della cui fine non c’è traccia. Insomma il classico tunnel senza la luce in fondo.
Negli ultimi giorni non sono mancati gli attacchi, anche personali, più o meno pretestuosi, ma pure questo fa parte del gioco ed è il segno che, in fondo, qualcuno ti ascolta, ti legge e forse ti teme.
Dunque l’appuntamento al buio è domattina alle 10.30 in Corso Vittorio 349, Roma, per la sessione “seminariale“. Si prosegue, in teoria, il giorno seguente con la sessione “dibattimentale“.
Per arrivare laddove tutte le strade ti portano (cioè a discutere, oltre che a Roma).
Il difficile, casomai, sarà tornare indietro.