Chiedi a un tuo abituale fornitore di servizi un preventivo per una nuova utenza da intestare a te medesimo, che sei da anni loro fedele cliente.
Invece di farti a razzo la migliore offerta possibile e pure ringraziandoti per la richiesta, rispondono invece che per fare il preventivo devi fornirgli la tua ragione sociale, codice fiscale, partita iva, copia fronte retro di un documento, la tessera sanitaria (sempre fronte retro, si capisce) e perfino l’iban.
Insomma ti chiedono (così facendo, alzando nettamente le probabilità che poi ti rivolga ad altri) cose che non solo già sanno e hanno, ma che per un preventivo non servono (che c’entra l’iban?).
Ora, siccome le cose non succedono per caso e non sempre la gente è stupida, tutto ciò deve avere una spiegazione.
Forse una legge particolarmente sciocca e burocratica a cui devono adempiere, forse una circolare interna particolarmente ottusa o l’immancabile norma comunitaria per la complicazione degli affari semplici?
Chi sa, per favore, parli!