Torna oggi nelle Crete Senesi “L’Eroica”, famosa corsa ciclistica su impervi sterrati. Un’attrazione turistica e una “risorsa” per i pubblici amministratori. Peccato che poi usino la scusa della “strada impraticabile” per negare i servizi ai cittadini. E allora chi sono gli eroi, chi qui vive nonostante tutto o chi ci viene ogni tanto a sgambettare?

Facciamo una breve premessa. Le strade bianche che un tempo solcavano le campagne sono diventate a loro volta una mosca (appunto) bianca, arrivando ormai a costituire un’attrazione turistica e una risorsa paesaggistica giustamente tutelate con vincoli, divieti e varie. E fin qui tutti d’accordo.
Ma nel mezzo al paesaggio e alle “attrazioni” ci sono anche residenti, imprese, persone che lì vivono e che dalla permanenza dello sterrato ricavano solo disagi, non certo vantaggi. Già su questo sono meno d’accordo: visto che lo sterrato, ci dicono, è una “risorsa”, forse sarebbe il caso che anche i frontisti in qualche modo ne beneficiassero in qualche modo. Se non in denaro, in agevolazioni, incentivi, sgravi. Cosa che invece non accade. Ma andiamo oltre.
Perché il vero paradosso è un altro: quello, cioè, per cui l’esistenza della strada bianca è anzi la scusa per trattare i residenti da cittadini di serie B, negandogli, a causa delle presunte difficoltà comportate dal collegamento stradale, tutti i normali servizi che in un mondo civile sono considerati essenziali: acquedotto, ritiro nettezza urbana, trasporto pubblico. Il che si traduce nel progressivo spopolamento, in una ingiusta penalizzazione economica, in un inevitabile languire di imprese e insediamenti.
Tutto nel nome dello stesso spot che serve alle amministrazioni per darsi arie da ambientalisti, da cultori del paesaggio, da difensori del bello. Ma a spese nostre.
Ho raccontato quanto sopra perché oggi, nel senese, torna l’Eroica, conosciuta anche come “Montepaschi Strade Bianche” (qui): la famosa gara ciclistica “all’antica”, stavolta per i professionisti, che mescola asfalto a durissimi tratti di sterrato.
In cima al più duro di questi durissimi sterrati, tra mille difficoltà pratiche quotidiane, ci abito io. Che, di conseguenza, ben conosco la realtà dei luoghi.
C’è una diffusa convinzione che io detesti l’Eroica. Convinzione sbagliata.
Quello che detesto è la retorica strumentale, un po’ offensiva e perfino un po’ derisoria che sta alla base di questo pompatissimo evento. E che fa sentire noi, abitanti e utenti di queste strade bianche, come scimmiette dello zoo tenute in gabbia per il diletto del mondo civilizzato.
Mi spiego. L’Eroica si chiama così perché è eroico lo spirito con cui i ciclisti dilettanti affrontano la prova nella sua versione amatoriale, che si svolge a ottobre: bici d’epoca, maglioni di lana e vario antiquariato sportivo. Gli eroi sarebbero loro, insomma. “Eroi della polvere” li chiosava appunto lo slogan dell’anno scorso (quest’anno non so), alludendo ai nuvoloni sollevati al passaggio delle bici da quegli sterrati ripidissimi e pieni di buche.
Ecco, qui mi salta la mosca al naso (vedi anche qui la mia intemerata del 2010). Ma come, gli eroi sarebbero quelli che ogni tanto, e per divertirsi, vengono a sgranchirsi le gambe? E non quelli che ci abitano tra mille sacrifici, che ogni giorno spaccano le auto su fondi stradali impossibili, privi da sempre di quei servizi essenziali che le pubbliche amministrazioni gli negano proprio dando la colpa alle strade impraticabili?
Per rendere l’idea, a Monte Sante Marie e nella zona circostante (5 km in linea d’aria dal capoluogo Asciano e a 20 da Siena, non nel cuore del Karakorum):
non c’è ACQUA (avete letto bene: no acquedotto. Il sottoscritto e tanti altri, per lavarsi e dissetarsi, pagano a peso d’oro le autocisterne);
non c’è ritiro della NETTEZZA URBANA (idem: la gente, aziende agricole comprese, si riempiono la macchina di spazzatura e la portano in paese, ma pagano comunque il 60% della tariffa!);
non c’è lo SCUOLABUS.
Sapete qual è la giustificazione (eufemismo) per tutto questo, oltre alla cronica mancanza di fondi (che però per le zone rurali circostanti sono stati miracolosamente e da tempo reperiti)? LA STRADA!
Che sarebbe troppo erta per il passaggio del camion che ritira i rifiuti e dei pulmini degli scolari.
Peccato che sulla stessa, ad esempio, transitino ogni anno senza problemi, oltre agli “eroi” a due ruote e a sciami di turisti motorizzati, migliaia di auto e camion, perfino di autoarticolati da 300 qli l’uno che trasportano derrate agricole sulle discese ardite e le risalite delle Crete Senesi.
E allora, ripeto: chi sono gli eroi? E l’eroismo non consiste nel restare qui nonostante tutto e nel sopportare le prese in giro del sistema pubblico?