Nel 2007 don Sergio donava al comune di Marmora (CN) i suoi 62mila libri per farne una biblioteca pubblica, mai costruita. Ora lui sta male e li vorrebbe indietro. Il sindaco dice che non può. Forse formalmente è vero, ma…

Quella che sto per raccontare è una storia che conosco bene, perchè l’ho toccata con mano.
E con me gli altri Pellegrini Artusiani (qui) che un anno fa (il resoconto è qui) hanno fatto 120 km a piedi per portare i propri libri a don Sergio De Piccoli, monaco benedettino oggi 83enne che da decenni raccoglie volumi (attualmente 62mila!) per creare un biblioteca ad uso pubblico in quel di Marmora (CN), lillipuziano comune (40 abitanti) della remota valle occitana di Maira, nelle Alpi Marittime.
Nel 2007, incoraggiato dalle promesse del sindaco – che da allora è rimasto lo stesso, essendo stato appena rieletto – di far costruire al comune la struttura necessaria per contenerli, donò all’ente pubblico l’intera biblioteca.
Da allora però non è più successo niente. Storie di ordinaria burocrazia, cavilli, qualche ingenuità, qualche malizia.
Inutili le bonarie richieste del religioso, inutili le proteste, inutili le campagne di stampa: niente biblioteca, con le motivazioni più varie. E magari veritiere, forse pure formalmente giustificate. Ma questo è secondario: resta il fatto che con l’atto di donazione il comune è diventato padrone dei libri, ma non ha mai rispettato l’impegno preso. Può darsi che pure don Sergio abbia fatto qualcosa di sbagliato, non so. Lui prega e legge, del resto sa poco.
Da anni comunque l’eremita reclama che la raccolta gli venga restituita e da anni il sindaco, forte dell’atto sottoscritto dal monaco, fa orecchie da mercante (verrebbe da scrivere “da sindaco”).
Non ci sono soldi? Ci sono tanti privati disposti a finanziare l’operazione, se la pubblica amministrazione fa un passo indietro. Ci vogliono delibere, ordini del giorno, timbri, visti? Ok, ma se ne discute da anni, mica da qualche settimana.
Il sindaco, tuttavia, il passo, non lo fa. Se ne parla dopo le ferie, pare abbia detto l’ultima volta.
Sembrerebbe uno, sebbene singolare, delle migliaia di braccio di ferro che in Italia oppongono cittadino e pubblica amministrazione.
C’è una bruttissima novità, però: padre Sergio sta male. Molto male. E non è detto che veda l’autunno, nè quindi i suoi amati libri.
Da qui l’appello urbi et orbi affinchè l’opinione pubblica si mobiliti per una causa che, da tecnico-politico-giuridica, è diventata umanitaria e di principio.
Scartoffie o non scartoffie, pandette o non pandette, sono insomma anch’io dell’opinione che il comune di Marmora abbia oggi il dovere morale di dare al generoso benedettino un’ultima soddisfazione. Se si vuole, il modo si trova. E il sindaco vedrà che nessun supercilioso burocrate nè zelante ispettore, domani, avrà da ridire sul suo operato.
Credo, al contrario, che l’immagine del primo cittadino (e delle pubbliche amministrazioni in generale) ne guadagnerebbe assai.
Per contattare Padre Sergio e leggere la sua storia basta scrivere a bibliotecadimarmora@gmail.com, andare sul sito o visitare la pagina di Facebook dedicata alla questione (“Biblioteca di Marmora“).
L’invito rivolto a tutti è di scrivere via email o fax o per posta al Sindaco di Marmora sollecitandolo affinché si impegni nella restituzione IMMEDIATA dei volumi di padre Sergio. Si chiede un impegno ufficiale, scritto, documentato da parte del Comune di Marmora e del Sindaco che la restituzione avvenga entro il 15 luglio 2014.
Ecco i recapiti:
Sindaco Emanuele Ponzo
Comune di Marmora, Via Vernetti n. 30 – 12020 MARMORA (CN)
Telefono: 0171-998113 Fax: 0171-998113
E-mail: marmora@cert.ruparpiemonte.it | marmora@ruparpiemonte.it.
Stay tuned!