Elegie enogastrodeporiche: in un menu-invito d’epoca i costumi, i primi vagiti di promozione turistica e marketing territoriale, l’ingenua fascinazione di cibi e luoghi esotici, la solidità delle tradizioni, il potere evocativo del Boccaccio e la pubblicità ai tempi di Carosello.
Dio salvi chi ha l’abitudine di riporre le cose dentro ai cassetti. E poi di dimenticarsene, affidando ai posteri non solo l’emozione di scoperte sorprendenti, ma anche documenti indispensabili per capire, sondare, ricostruire un passato capace, col raffronto, di illuminare pure l’oggi.
Questa arriva da una vecchia busta arancione, di quelle grandi che una volta si usavano per le fatture e i documenti commerciali o burocratici, dov’erano stipate vecchie foto, biglietti di musei visitati millant’anni fa e souvenir.
Guardiamola bene, perchè è rivelatrice di molte spigolature.
Si tratta dell’invito-menu, un foglio A4 piegato in due e stampato su tutte e quattro le facciate, alla “Cena offerta dal Comitato Promotore della IX Mostra dell’Antiquariato (di Firenze, ndr) in onore degli espositori e dei loro amici nella loggia, nel giardino e nelle sale della villa medicea di Marignolle” del 20 settembre 1975.
La prima notazione è per l’orario: le 22.30, certamente inusuale per una cena.
E reso ancor più bizzarro dalla successiva degustazione, prevista alle 24.00, di piatti di cucina indiana dettagliatamente elencati con tanto di traduzione di cortesia e “gentilmente offerti da Air India, che sarà presente con una sua troupe di cuochi e di gentili hostes (sic) in costume“, al suono di musiche tradizionali eseguite da un complesso messo a dispisizione dall’Ufficio Nazionale Indiano per il Turismo.
Che dire, poi, di due dei tre menu della cena principale (chiusi da una curiosa “Mensa popolaresca anacronistica“), argutamente declinati su personaggi, come Biondello e l’Abate di Clignì, delle giornate del Decamerone boccaccesco, tema che torna sul retro dell’invito (qui), con l’illustrazione della piccante vicenda del Prete da Varlungo che “si giace” con monna Belcolore, moglie dello sprovveduto Bencivenga?
Divertente, e a suo modo “preistorica” (sia detto con nostalgia e rispetto), la lista dei vini e soprattutto dei liquori, che sembra una filiale delle pubblicità radiofoniche che seguivano “Tutto il calcio minuto per minuto” di Roberto Bortoluzzi.
Folgorante la chiusa: a preparare i piatti dei tre menu strettamente toscani in carta vengono chiamate le tre cuoche Marilena Braccini, Marina Marrassini e Celeste (sic!) del ristorante Costa d’Oro” di Venegazzù (Treviso).
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