Mi passa per caso sotto il naso l’interpretazione di una canzone forse perfino più superba dell’originale, perchè capace di andare oltre il contesto temporale, stilistico e musicale. Impossibile resistere alla tentazione di commentarla. In memoria di Richard Manuel e Rick Danko.
Soundtrack: “Acadian Driftwood” (The Roches).
“Acadian Dritfwood” non è solo una delle più belle canzoni di The Band, uno dei gruppi-monumento del r’n’r, ma è anche, in pieno spirito robbierobertsoniano, un asciutto omaggio alla sconfitta, alla nostalgia, ai rimpianti, al fato, a ciò che fu.
Riconosco che non era da me non conoscere questa versione, perdipiù eseguita da uno dei miei gruppi vocali preferiti, contenuta in un cd-tributo (Endless Highway – The music of The Band) passato abbastanza inosservato del 2007. Però non la conoscevo, nulla da fare.
Ma ora che l’ho scoperta non riesco ad ascoltare altro da giorni.
Perché l’interpretazione delle sorelle newyorkesi Roche di quest’ultraclassico attinge direttamente al calamaio celeste ed offre una rilettura della canzone di un’ampiezza finora inusitata, trasversale. Facendole assumere l’epicità di un inno intonato contro vento. Senza intaccare, però, nè la pulizia del suono, nè la vena lirica, né la purezza melodica dell’originale.
Ciò che la rende magnifica è anzi la combinazione perfetta tra l’arrangiamento, gli impasti vocali e l’imprinting individuale dato alle strofe dalla voce delle tre Roches. Che da un lato decontestualizzano la canzone dai rischi di un umore troppo celebrativo e dall’altra a ondate la fanno crescere d’intensità e di pathos, con tutta la naturalezza di cui sono capaci la semplicità della strumentazione (chitarra acustica, organo, batteria, fiddle) e un tappeto sonoro di sottofondo che richiama ora i suoni etnici delle origini, ora le marcette delle battaglie campali in linea e ora perfino certe suggestioni da prateria in cui si mescolano highlands e Nuova Scotia, echi cajun e acquitrini della Louisiana.
Restano però uno sfondo, un orizzonte appunto. Una scenografia dalla quale emerge una canzone vibrante, oltre l’omaggio ed oltre il tempo.
Consiglio di approfittarne.