Ovunque è un fiorire di impetrazioni e di auspici per un ritorno alla “normalità” e cioé, in sostanza, a come si viveva prima.
Personalmente la penso in modo diverso.
Senza perdere tempo a vagheggiare rivoluzioni irrealistiche, spero invece che il virus, anziché vecchi e malati come sta prevalentemente facendo, spazzi via business decotti, stili di vita patologici, parossismi deteriori.
Ovvero che la fine del contagio porti con sé tutto ciò che l’isolamento forzato ha dimostrato essere non solo buono, ma opportuno e perfino necessario.