Catini che volano, misteriose presenze, visite notturne, rumori inquietanti. A casa mia, nella wilderness delle Crete Senesi, può accadere di tutto. Compreso scoprire varietà di animali sconosciute alla scienza…
Nuove e clamorose scoperte zoologiche nelle Crete Senesi! E’ stato individuato nei dintorni di casa mia, anzi praticamente dentro, l’unico esemplare conosciuto al mondo di cleptistrice forzuto, specie finora ignota alla scienza ufficiale.
La storia è questa.
Da un po’ mi ero accorto di avere gatti mangioni, ma che restavano secchi come stecchi. Infatti divoravano chili di croccantini lasciando sempre la ciotola, nel loro riparo in giardino, lustra come l’argento.
Da un certo giorno in poi, mi sono accorto però che non solo mangiavano tutto, ma che dalla fame grufolavano nella ciotola stessa fino a rovesciarla.
Strano, boh…
Ho cominciato a insospettirmi quando, una mattina, la ciotola ho preso a trovarla fuori, all’aperto. Ma perché? Dapprima davanti alla porta, poi sempre più lontana: dieci, anche venti metri.
Quella che chiamo ciotola è in realtà un catino da bucato di almeno mezzo metro di diametro che, coi croccantini dentro, pesa qualche chilo.
Mistero. Non possono essere i gatti, quindi chi?
Ci metto dentro un grosso mattone e mi dico “Chiunque tu sia, adesso vediamo se riesci a spostarlo“.
L’hanno spostato. E la sorpresa è stata sbalorditiva.
Una bella mattina, infatti, la ciotola era sparita. Volatilizzata. Ho cercato dappertutto nel vasto giardino, ma nulla. Inspiegabile. Cancelli tutti chiusi a chiave, non poteva essere volata via. Esco in macchina e, trasecolando, la intravedo: fuori dal giardino, sotto un albero, ad almeno cinquanta metri dalla posizione originale. E soprattutto: è semipiena, mattone compreso.
Stupore assoluto. Inquietudine, quasi.
Rapida valutazione: la ciotola è troppo grossa per passare da qualsiasi pertugio nel recinto, che oltretutto è alto due metri. E’ anche troppo pesante per essere trasportata scavalcando la cinta: del resto persino io, dotato di due mani, avrei difficoltà a portarla fuori superando il cancello senza rovesciare tutto.
Saettano le ipotesi più strane. Qualcuno vuole farci uno scherzo o intimidirci? Ma che di razza di scherzo o di intimidazione sarebbero?
Surreale, direi. Ma sennò?
Purtroppo il ricovero dei gatti è fuori dall’occhio della telecamera e quindi dalla tv a circuito interno si vede nulla.
E allora, penso, a mali estremi, estremi rimedi: piazzo una fototrappola.
Ed è grazie a questa che scopro l’incredibile arcano.
Ogni notte, anzi ogni sera, tra le 22 e le 24, un istrice penetra in giardino, entra nel rifugio dei gatti, mangia un po’ e poi trascina fuori gli “avanzi”, contenitore compreso col mattone dentro. Già per fare questo deve, e non si sa come ci riesca, superare quattro scalini in salita, tirando il tutto con la sola forza delle mandibole. Da non credere.
Ma come supera il cancello?
Scatta un’ulteriore indagine, fioccano i sopralluoghi.
Ed ecco la risposta.
Il malefico ma simpatico e, devo ammetterlo, intelligentissimo animale ha individuato uno stretto e acrobatico passaggio, l’unico possibile, per uscire. Trascina tutto fino al cancello e poi, restando in bilico con l’ingombrante e pesante fardello tra i denti, riesce a trattenerlo mentre questo, per il peso, certamente si inclina su un vuoto con almeno tre metri di salto.
Per fare ciò, l’istrice deve procedere faticosamente all’indietro, con forza erculea ed un peso da tirare almeno pari, se non superiore, al suo.
Fantastico! Per premiarlo e risparmiargli la fatica, da oggi lascio una ciotola di croccantini tutta per lui. E fuori dal cancello, si capisce.
Ma non basta.
Scorrendo le foto scopro che, con calcolato tempismo, dopo che i gatti hanno consumato il fiero pasto e si è fatto scuro, ma non abbastanza da dare coraggio all’istrice, nell’antro si intrufola pure una sagace volpe. La quale a sua volta pasteggia lautamente, annusa in giro, perlustra e poi se ne va prima dell’arrivo del concorrente, sulla quale fa ricadere tutta la colpa.
Ciò a soli sei metri in linea d’aria dalla finestra di camera mia. Ecco spiegati certi rumori.
Welcome into the wild.