Con encomiabile sforzo organizzativo, la denominazione che coi suoi vigneti “abbraccia” Firenze ha allestito in esclusiva per Aset una degustazione dei vini dei soci del Consorzio. I risultati? Egregi.

 

In tempi di covid e di distanziamento sociale non è facile, e anzi quando possibile è difficilissimo, organizzare eventi “in presenza”, come dimostrano anche l’annullamento o lo slittamento delle principali manifestazioni vinicole italiane e non, dal Vinitaly alle anteprime toscane.

Va dunque reso merito al Consorzio Chianti Colli Fiorentini di essere stato capace di allestire in esclusiva per noi di Aset (l’Associazione della Stampa Enogastroagroalimentare Toscana), e in modo tecnicamente inappuntabile, una degustazione non virtuale dei vini dei produttori iscritti al consorzio. E il tutto in una sede oggettivamente magnifica come la Villa Medicea di Lilliano Wine Estate di Diletta Malenchini.

Va aggiunto che l’occasione dedicata ha consentito un’attenzione al prodotto che, in più grandi e dispersive rassegne, per ragioni di tempo e di quantità è pressochè impossibile.

La Docg, come ha spiegato il presidente Marco Ferretti, interessa 610 ettari di vigneti che, spalmati su 18 comuni, “abbracciano” la città di Firenze, il territorio della quale ricade per intero – con un messaggio fortemente identitario e anche mediaticamente assai efficace – nel perimetro della denominazione stessa.

Ben 51 i campioni in assaggio, inclusi alcuni Toscana Igt, Chianti, Chianti Superiore, Colli della Toscana Centrale e Vinsanto del Chianti in diverse tipologie. Le vendemmie andavano dalla 2020 per alcuni bianchi alla 2008 per un vinsanto, con la grande maggioranza concentrata tra i millesimi 2019 e 2015.

La degustazione si è svolta alla cieca, coi campioni in batterie ordinate per tipo.

Tra le luci, alcuni vini realmente ottimi per equilibrio, piacevolezza, qualità e rapporto qualità-prezzo (i vini base costano all’horeca dai 4,20 ai 6 euro più iva, le riserve tra i 7,50 e i 9.

Tra le ombre, alcuni casi di inspiegabile discontinuità stilistica tra i vini del medesimo produttore.

Ecco i nostri assaggi migliori:

 

Malenchini Chianti docg 2019: un vino godibile, diretto e verace sia in bocca che al naso, pulito e coerente al tipo.

San Vito in Fior di Selva Chianti docg 2019: grande pulizia e linearità al naso, in bocca esce ricco, robusto e non banale.

La Querce Chianti Colli Fiorentini docg 2018: grande intensità olfattiva, un po’ scontroso ma in bocca è lungo e coeso.

Castelvecchio Chianti Colli Fiorentini docg 2018: all’olfatto è di una sobrietà fragrante, in bocca composto e piacevole.

La Querce Chianti Colli Fiorentini Riserva docg 2017: un vino maturo e diretto, molto elegante in bocca.

Poggio al Chiuso Toscana Igt 2017: naso elegante e preciso, al palato è corposo, pieno, sincero.

Malenchini Vinsanto del Chianti 2015: al naso è di un’asciuttezza di altri tempi, in bocca è complesso e lungo, senza compromessi.