Nonostante la maldestra insistenza iniziale sul (sacrosanto ma non unico) problema del precariato, per i liberi professionisti il forum “Giornalisti & giornalismi: libera stampa liberi tutti” (qui) è un’occasione irripetibile, forse l’ultima, per rivendicare un ruolo e un’autonoma identità nel mondo dell’informazione: non perdiamola.

Quando glielo ho detto, prima su Facebook e poi oggi, durante una riunione organizzativa per la “Carta di Firenze” di ottobre, alla presenza del presidente nazionale dell’OdG, Enzo Jacopino, non tutti l’hanno presa benissimo. Anche perchè in molti non avevano capito. La troppa insistenza sul tema del precariato, che ha finora ammantato l’iniziativa come se esso fosse l’unico e assorbente problema del nostro giornalismo, ho sottolineato, non può che produrre il risentimento e la diffidenza di tutte le altre categorie di giornalisti. Soprattutto di quelle neglette da tempo sia dagli editori quanto dal sindacato, come i freelance, che cercano una sponda da parte dei colleghi. Il risultato sarà che, a cominciare dai liberi professionisti, tutti i non precari diserteranno il forum. E questo, ho concluso, non credo interessi nè avvantaggi a nessuno.
Silenzio in sala. E’ seguita qualche breve schermaglia dialettica sulla solita vexata quaestio (i freelance sono precari? Ovviamente no, ma a qualcuno sembra il contrario) e infine l’agognato chiarimento, venuto dalla bocca di Jacopino in persona: “La manifestazione fiorentina è dedicata a e quindi affronterà i problemi di tutti i giornalisti e di tutti i giornalismi. Se finora si è parlato troppo o soltanto di precariato è stato un errore di comunicazione a cui bisogna rimediare subito”.
Ed eccomi qua, allora. Pronto a metterci la faccia con i colleghi. Perchè potete stare certi che il sottoscritto, sia in quanto freelance che in quanto facente parte del gruppo di lavoro per l’organizzazione della kermesse, di libera professione giornalistica a Firenze parlerò eccome.
E rivendicherò la specialità delle nostre esigenze e della nostra funzione, diverse e a volte opposte a quelle dei titolari di contratti a termine. Rivendicherò i punti che per altri sono bazzecolari, ma che per noi sono vitali, come il nodo assicurativo, la puntalità dei pagamenti, le modalità di assegnazione delle committenze, un tariffario professionale non solo teorico, ma modulato sulla multiformità del mercato e capace quindi di rispecchiare le tante realtà dei titolari di partita iva.
Ma non basta. A questo proposito insisterò sulla differenza che intercorre tra i falsi freelance (cioè chi è soggetto iva ma opera per un solo committente, in pratica un dipendente camuffato, spesso per costrizione dell’editore) e i veri freelance, coloro cioè che operano davvero con soggetti diversi e producono un fatturato reale fatto di compensi non simbolici, sul quale possono autosostenersi.
Perchè nel nostro settore, prima ancora che pulizia, c’è da fare chiarezza. E distinguere i collaboratori occasionali dai liberi professionisti, i precari dagli abusivi, i praticanti dagli stagisti. Una distinzione che tracci linee nette tra le differenze di fatto, e non semplicemente dialettiche, che separano i tanti modi che oggi esistono di fare giornalismo.
A giorni ci sarà un sito dedicato (www.precariato.odg.it: lo so, quest’onnipresente concetto del precariato che carsicamente riemerge ogni volta è fastidioso, ma avevano già registrato il dominio e ora non c’è più tempo nè modo per cambiare) a tutti quelli che vorranno partecipare. C’è posto per oltre trecento persone e non vorrei essere l’unico freelance. Ci saranno agevolazioni alberghiere e per i ristoranti. Saranno organizzati trasporti, navette, rimborsi per chi viene da lontano. Stiamo mettendo a punto i dettagli. Restiamo in contatto su Facebook e su questo blog.
STAY TUNED!
E se avete domande, chiamate o scrivete.