Nessuna soluzione di continuità nella Beautiful giornalistica. E’ in corso un diligente passaggio di consegne (ma non è detto di vedute) tra l’ex sottosegretario Legnini e il suo successore, Luca Lotti. Risultato: Fieg e Fnsi festeggiano, per il resto buonanotte.
“Parturient montes, et nascetur ridiculus mus” (Orazio).
Dopo lo straordinario tempismo con il quale, proprio il 28 febbraio – cioè il giorno della fatidica riunione fissata per l’approvazione della già condivisa delibera-pastrocchio – il premier Renzi aveva nominato il nuovo sottosegretario con delega all’editoria, Luca Lotti, destinato a prendere il posto dell’uscente Giovanni Legnini, c’era chi temeva che l’operazione si fermasse e si perdesse. E chi, come me, sperava invece che il cambio di governo fosse l’occasione buona per regalare la meritata eutanasia a quel mostro della ragione (di stato ordinistico-sindacale) che è diventato, in quindici inutili mesi, l’equo tariffario (sebbene gabellato per compenso).
Da fonte certa, anzi certissima, apprendo invece che, ahinoi, non ci sarà alcuna soluzione di continuità. E che pertanto, tra qualche tempo, la montagna commissariale partorirà il proverbiale topolino secondo gli indirizzi contenuti nella sciagurata delibera.
Il presidente della commissione ed ex sottosegretario Legnini assicura infatti che per un paio di settimane affiancherà il suo sostituto per consentirgli di prendere familiarità con carte e questioni rimaste sospese.
Tra cui quella che ci, anzi ormai solo vi, interessa.
Tradotto in termini da mondo reale significa che la novella dello stento è destinata a protrarsi ancora per un po’.
A meno che, cosa non del tutto impossibile, Lotti non la veda in modo diverso dal predecessore e pretenda, com’è suo diritto, di risviscerare nuovamente dal fondo l’intera faccenda per capirci meglio. Il che vorrebbe dire arrivare all’Expo 2015 (sai che vetrina sarebbe, penserà qualcuno).
In ambo i casi, comunque, con gran sollucchero degli editori e anche dei sindacalisti, che nella dilazione vedono il coronamento di tanti intricati disegni e scadenze per loro di fondamentale importanza politica.
Ovvìa, dunque: prepariamoci a qualche altra geremiade diffusa, un paio di teatrini, qualche dozzina di lettere d’implorazione scritte sull’argomento dalla Clan e sbeffeggiate dall’Fnsi (cioè la mamma-padrona della Clan), la solita valanga di trepidanti aspettative mal riposte da parte di chi della questione non ha capito nulla, qualche spruzzata di demagogia da due soldi su chi ha la pancia piena e chi meno e almeno tre o quattro nuovi duelli dialettico-rusticani tra Ordine e sindacato.
Io, intanto, rispolvero un vecchio progetto (qui): apro il Bar Lettera 32.
Eventuali soci interessati?