Il Presidente della Regione Enrico Rossi era dato da tempo in difficoltà nell’accordare i corni e i violini della politica. E i risultati nelle nomine dell’esecutivo regionale (vedi qui) non smentiscono i timori. Ne esce un capolavoro del politicamente corretto e del logicamente incongruente, con competenze e vocazioni in libertà ma assoluto rispetto di correnti e quote rosa. Allegria insomma: non è solo nei giornali che si mettono le persone giuste al posto sbagliato (o viceversa).

Caro governatore della Toscana Enrico Rossi,
Nicola Crocetti è un brillante collega – nonchè amante della poesia e poeta egli stesso, traduttore, critico e editore – passato alla storia per essere “riuscito” a spendere un’intera carriera da redattore ordinario agli esteri del “Giornale” senza che nessuno, all’interno della redazione, avesse la sensibilità di accorgersi e di valorizzare le sue virtù letterarie chiamandolo in quella che una volta era la “terza pagina”. Così il buon Crocetti, nominato dall’Unesco commissario per l’Italia della “Giornata Nazionale della Poesia”, è diventato il simbolo del luogo tanto comune quanto veritiero che nelle redazioni giornalistiche stanno sempre le persone giuste, ma nei posti sbagliati.
Se la memoria non ci inganna, caro governatore, anche lei è un giornalista. E quindi, per non essere da meno di noi scribacchini, si è prodotto, dopo giorni di pensose ponderazioni, in un esercizio analogo alla più proverbiale delle miopie della nostra categoria.
Sia chiaro: non abbiamo nulla di personale nei confronti degli assessori che lei ha scelto, sia tra i pubblici amministratori e i politici di lungo corso (come Riccardo Nencini, Anna Rita Bramerini, Gianfranco Simoncini e Gianni Salvadori), anche se nutriamo qualche dubbio sulla bontà dei loro precedenti operati, nè tantomeno dei neofiti (neofiti per modo di dire, vista la “storica” militanza di tutti) chiamati con lei a guidare la Toscana.
Ma ammetterà come legittima la perplessità nostra e anche di altri nell’apprendere, ad esempio, che a sovraintendere a un settore tanto strategico per la nostra regione quanto in profonda difficoltà, come quello agricolo, perdipiù rimasto per due legislature (e i risultati si vedono) “orfano” di un assessore tecnicamente adeguato, è stato chiamato Gianni Salvadori, “già assessore alle politiche sociali e allo sport” (mica sarà un’allusione al fatto che ormai l’attività agricola può essere esercitata solo per diporto?), nonchè ex “sindacalista edile della Cisl”, “appassionato di musica classica e lunghe passeggiate” e “che non disdegna di cimentarsi anche ai fornelli”. Scusi, ma che c’azzecca (per competenza intendo, perchè politicamente non ho dubbi che c’azzecchi eccome)?
Decisamente curioso, per noi poveri uomini della strada abituati a credere che un amministratore se ne debba almeno un po’ anche “intendere” delle cose di cui si occupa, che una brillante immunologa specializzata in malattie rare, come Cristina Scaletti, già assessore all’ambiente nella giunta Renzi a Firenze, sia stata “dirottata” su altri due settori cruciali per la Toscana coma la cultura e il turismo, insomma il pane e il vino di tutti noi. Mentre non può non sollevare qualche pur sommessa ironia la circostanza che la sanità sia toccata a Daniela Scaramuccia, ingegnere nucleare con – è vero! – importanti esperienze di management in vari settori, ma distintasi soprattutto, nel settore sanitario, come temuta “tagliatrice” di bilanci. Desta anche qualche sorpresa, inoltre, la conferma all’ambiente di Anna Rita Bramerini, uno dei più contestati assessori della passata gestione.
Un discorso più o meno analogo potremmo farlo anche per gli altri, naturalmente, ma non ci vorremmo dilungare perchè il concetto è chiaro: per l’ennesima volta, la politica militante (avremmo voluto scrivere politicante, ma forse è un’esagerazione che una giunta esordiente non merita) ha prevalso. Non siamo ovviamente così ingenui da credere che tutti gli assessori debbano o dovessero essere dei tecnici e che la bontà di un amministratore dipenda solo dalla sua specifica competenza, ma il moribondo settore agricolo, per esempio, proprio non meritava qualcuno che fosse almeno in grado di comprendere cosa gli agricoltori avranno presto da dirgli, visto che le loro aziende stanno andando a picco? E dell’ambiente che vogliamo dire? E del turismo poi, un altro dei cosiddetti pilastri dell’economia regionale, messo in ginocchio dalla crisi (e non da una “rara malattia tropicale”)?
Ce lo lasci dire: mah!
E non liquidi, per favore, questa nostra garbata protesta come un sintomo di qualunquismo, di superficialità, di facili argomenti, di discorsi da bar. Perchè sappiamo che lo sconcerto nostro è anche quello di parecchi suoi elettori e sodali di partito. Segno che il virus dello scetticismo (forse qui l’immunologa potrebbe davvero tornare utile) si propaga anche tra gli “allineati” e i meno sempliciotti di noi.
Con questo formuliamo a lei e ai suoi colleghi di giunta, ma soprattutto ai cittadini amministrati, i più fervidi auguri per il quinquennio prossimo venturo. Di fiducia c’è molto bisogno. Tanto, per imparare c’è sempre tempo.