Anno nuovo, eventi nuovi. Mi arriva così, via email, l’accredito (mai richiesto) a una manifestazione vinicola. Io, invece, vorrei che…

 

Il primo pensiero è andato a coloro – i forsennati della gratuità e dell’imbucamento a prescindere – che farebbero carte false per averne uno.
Il secondo è per chi lo ha mandato, evidentemente in tale crisi di presenze e consensi da accettare un ruolo da buttadentro al posto di quello di addetto stampa.
Il terzo è andato invece a una teoria che propugno da tempo.
E cioè che, a un evento, l’accredito stampa, la sala stampa con annessi e connessi, insomma i servizi resi a un giornalista che è lì per lavoro, e non per celia, dovrebbero essere non gratuiti, ma a pagamento.
Sì, a pagamento.
Chi lavora (ovvero chi è lì perché pagato per esserci), infatti, non necessita di gratuità, ma di servizi reali che agevolino davvero il suo lavoro: scrivanie, computer, reti wireless, stampanti, fotocopie, luoghi di ritrovo, bagni puliti, guardaroba affidabile, assistenza, parcheggio e, perchè no, pure bar senza code.
Tutte cose che però hanno un costo per gli organizzatori. E che non vedo perché non dovrebbero essere pagate. Magari a un prezzo di favore o di cortesia, ma pagate da chi ne usufruisce.
Mai, invece, offerte gratis come scontata appendice di un ingresso gratuito, perché il gratis moltiplica innanzitutto le utenze e i cacciatori delle medesime, toglie efficienza, aumenta i costi, rende tutto dispersivo, affollato, inutile, spesso imbarazzante.
Il rilascio di pass stampa a (onesto) pagamento, viceversa, ridurrebbe dell’80% la pressione agli ingressi di sedicenti, imbucati, hobbisti, millantatori e perditempo.
Invece di accredito, si dovrebbe dunque parlare di addebito stampa.
O forse no, nel senso che in fondo anche agli organizzatori interessa far numero, dichiarare che gli accreditati sono stati centinaia e pazienza se ci sono anche le portinaie, che la manifestazione è stata presa d’assalto dai media, così sponsor ed espositori sono contenti e nessuno verifica?
Ma se è così, perchè uno che fa il mio mestiere dovrebbe andare lì a fare (gratis!) da testimonial, sgomitando tra gli arraffatori di gadget?
Riflettiamoci.