Manuel Maiorano de La Fenice Pizzeria Contemporanea lancia la pizza ispirata al noto roll della cucina giapponese. Operazione ambiziosa ma riuscita, grazie alla qualità dell’impasto e all’azzeccato, fragrante mix degli ingredienti.

 

Chi mi conosce sa che sono sempre piuttosto cauto verso le novità, perchè non tendo all’entusiasmo per ciò che è nuovo solo in quanto tale. Alla stessa maniera, cerco di mantenermi sobrio al cospetto di quella che, sotto la spinta modaiola, pare pian piano destinata a diventare una degenerazione del cosiddetto “rinascimento della pizza“, fenomeno affermatosi nell’ultimo decennio nel nostro paese. Mi riferisco al dilagante mercato della pizza gourmet, dietro la quale si nascondono spesso (non sempre, ovviamente) una mancanza di qualità intrinseca e la voglia di stupire, intesa nel senso più commerciale del termine.

Ciò senza negare naturalmente il merito storico di questa nouvelle vague, cioè avere alzato, di parecchio e pressochè ovunque, l’asticella media della pizza italiana.

E’ dunque con circospetta curiosità e vivo spirito critico che mi sono avvicinato alla Uramaki fusion pizza lanciata dal (talentuoso, va detto) pizzaiolo Manuel Maiorano de La Fenice Pizzeria Contemporanea di Pistoia, locale aperto nel 2019 e subito asceso ai vertici di guide e graduatorie specializzate.

A fianco delle sue storiche linee di pizza – la classica, croccante e sottile, la verace, con cornicione alto ma soffice e friabile, e la spicchi d’aria, declinazioni della focaccia cotte al vapore o nel forno elettrico – Maiorano gioca ora la carta uramaki, una declinazione arrotolata della pizza ispirata alla nota specialità giapponese a base di riso e alghe. Qui l’impasto, avvolto e servito in verticale, è usato come supporto a sostegno di piccoli bocconi da uno o due morsi, arricchiti, anzi diciamo pure riccamente sormontati da un assemblaggio di prodotti fusion oriented.

Il risultato è convincente: le portate sono gustose, munite di una complessità organolettica che si presta alla degustazione oltre che alla semplice piacevolezza, ma anche agili da consumare in un contesto di convivialità. Gli abbinamenti sono azzeccati e, dettaglio non trascurabile, nonostante la ricchezza della farcitura non mettono in secondo piano il gusto e la fragranza della pizza di supporto, che ne esce anzi valorizzata.

Quattro le varianti proposte, tutte gradevoli: “Radici” (battuta al coltello, cipolla croccante, fonduta di pecorino di grotta, salsa teriaky e gocce di sriracha), “Rosa di Sera” (con philadelphia, sashimi di salmone, mandorle tostate, salsa guacamole e polvere di limone), “Marco Polo” (alga wakame, sashimi di tonno marinato in salsa di soia, sesamo e mayo all’erba cipollina e pistacchio) e “Ebi” (gambero fritto in tempura, salsa agrodolce, stracciatella spicy e valeriana).

Lanciata ambiziosamente come “laboratorio permanente sulla pizza d’eccellenza“, La Fenice Pizzeria Contemporanea non tradisce insomma le aspettative e mostra una propensione alla ricerca degli ingredienti e delle cotture che la pone nel novero dei locali più consigliabili nel suo genere in Toscana.