Assisto, sospeso tra sgomento e fastidio, alla solita diatriba acchiappaclick sulla questione giornalisti-blogger-influencer, etc, alla quale anch’io, in passato, ho ampiamente contribuito.
Ma arriva sempre un momento per dire basta.
Il mio è arrivato quando mi sono accorto che tutto era stato completamente sviscerato e che, pertanto, il mondo era ormai diviso una volta per tutte tra chi capiva, chi non capiva e chi faceva finta di non capire.
Inutile proseguire. Fermo restando naturalmente, per chi lo desidera, il diritto di farlo.
Sarebbe bello però se ognuno parlasse proporzionalmente alle proprie conoscenze, competenze e ruoli.
Per dire, io non sono medico e non mi addentro nei problemi tecnici della sanità. Non sono un avvocato e non mi addentro in quelli della giustizia.
Addentrarsi, è ovvio, non significa avere una semplice opinione, ma pontificare e discettare, nella convinzione di avere la verità in tasca e trattando con sussiego qualsiasi controparte.
Certi autonominati genietti del web (marketing e marchetting) eccellono invece in questa antipatica disciplina.
Si dedicassero di più agli algoritmi e alle loro divagazioni sociodigitali, lasciando perdere le discipline che conoscono poco, sarebbe meglio: per loro e per tutti.
Invece insistono, dimostrando di essere assai più vecchi dei vecchi che accusano di essere vecchi al loro cospetto.