di STEFANO TESI
Il mastro pizzaiolo Romualdo Rizzuti ha aperto le cucine delle sue “Follie” al corregionale Daniele Pescatore, chef di vaglia specialista (omen nomen) del pesce. Scopo: pizza sempre e piatti napoletani doc. Ma solo a pranzo: idea geniale, qualità ottima e soprattutto godibilità assouta.
Questo pezzo è praticamente un invito al compare Luciano Pignataro, pontefice massimo della golosità partenopea, a venirci a trovare a Firenze per un test gastronomico. A meno che, ovviamente e come è probabile, da bravo cronista qual è egli non sia già venuto in riva all’Arno a nostra insaputa (il che accrescerebbe la stima per il professionista, ma anche il risentimento verso l’amico).
Perché se col campionato in corso non so come andrà a finire – indovinate comunque per quale delle contendenti faccio il tifo – non c’è dubbio che il Napoli in trasferta sia spesso vincente. E sovente lo è anche Napoli, quello senza “il”.
Oddio: difficile parlare di trasferta per chi vive a Firenze da anni e proprio lì ha costruito il successo professionale. Ma sulle radici e sulla veracità vesuviana dei due non si discute.
Parlo di Romualdo Rizzuti e di Daniele Pescatore. Affermatissimo pizzaiolo il primo, chef del pesce di nome e di fatto, con un curriculum importante alle spalle, il secondo.
La novità però non sta nel fatto che l’uno abbia ormai da mesi aperto con coraggio e successo, nel quartiere di Gavinana, zona periferica difficile e in un locale segnato da precedenti quanto altrettanto difficili esperienze, “Le follie di Romualdo”, pizzeria di alta qualità ai vertici dell’offerta cittadina.
Non sta nemmeno nel fatto che l’altro, reduce da un complicato periodo di transizione, nel gennaio scorso si sia accordato con l’amico per dargli man forte in cucina con una serie di piatti di pesce e della tradizione napoletana che, oltre a garantire coerenza “etnica” al locale, hanno ovviamente molto arricchito le proposte del medesimo.
No: la vera novità, a mio parere geniale (e con risultati qualitativamente eccellenti), è che il connubio si suggella per pranzo. Anzi, solo a pranzo. Nel senso di mezzogiorno.
Insomma, ogni mezzodì Daniele Pescatore affianca i corregionali pizzaioli (già, perché da Romualdo la pizza si mangia anche di giorno, dettaglio non trascurabile) e ammannisce una serie di specialità partenopee altrimenti difficili da trovare a queste latitudini e a questo livello di bontà.
Le ho testate con piglio volutamente non tecnico, anzi espressamente, perfino sbracatamente godereccio, e le ho trovate irresistibili: dall’antipasto di fritto napoletano, con la mozzarella in carrozza sugli scudi, alla lasagna delle feste, un piatto travolgente ripieno di ragù vesuviano che, lo ammetto, mangiato alla luce del giorno e in orario diurno conferisce a chi se lo pappa non solo grande soddisfazione, ma una sensazione opalizzante di euforia onirica, da ultimo giorno di scuola e da liberi orizzonti.
Se poi si vuole approfondire, si sappia che il ragù è anche il medio gastroproporzionale tra Romualdo e Daniele: delittuoso infatti non assaggiare come minimo “’o panuozzo co’ raù”, versione più bassa e quasi croccante del classico panuozzo, che il maestro della pizza si è inventato e che è subito diventato un classico.
Luciano (magari con gli altri sodali IGP), quando vieni?
Le Follie di Romualdo
Viale Europa 4, Firenze
Tel. 055 6802482
Chiuso mercoledì
www.lefolliediromualdo.it
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