Il cammino Artusiano di quest’anno si è concluso oggi, dopo 100 km tondi in 4 giorni con pendenze del 15%, dislivelli di 800 metri e nevicate da ritirata di Russia. Ma alla fine, missione compiuta: portati i doni a padre Sergio, l’eremita della Biblioteca di Marmora.

Missione compiuta: ieri mattina i Pellegrini Artusiani hanno raggiunto, a quota 1600 metri, la biblioteca di Marmora (qui) e il suo fondatore, l’eremita benedettino padre Sergio De Piccoli, per portargli simbolicamente in dono un libro e una bottiglia di vino ciascuno. Il tutto con il sostegno morale e materiale di Clavesana, la cantina-simbolo del Dolcetto e del Dogliani docg (qui il sito, qui il blog), grazie alla quale i camminatori hanno attraversato le Langhe e affrontato le rampe della Val Maira, sulla montagna occitana.
Facile? No, tutt’altro (ampia fotocronaca sulla pagine e profilo FB del Pellegrinaggio Artusiano e sul sito ufficiale, qui). A tratti, anzi, una vera avventura. Come nella Dronero-Morinesio di sabato, oltre 27 km tutti in salita con punte del 15%, che si è svolta nello stesso giorno in cui gli organizzatori, causa maltempo, hanno interrotto la tappa del Giro d’Italia. Ma non il Pellegrinaggio: che dopo i primi 22 km percorsi sotto la pioggia battente a una media di oltre 6,5 kmh, ha affrontato un’ascesa vertiginosa verso i 1490 metri di altitudine del borgo, con gli ultimi 300 metri di dislivello percorsi sotto una nevicata che nella notte ha coperto tutto con una coltre di 15 cm.
C’è chi si è perso, chi si è inerpicato nel bosco, chi è scivolato tra i torrentelli creati dalla pioggia, chi è arrivato novanta minuti dopo gli altri. Ma nessuno ha mollato. E dopo un’ora di sonno o di pediluvio tutti si sono impeccabilmente presentati a cena in un luogo bellissimo, quasi irreale, chiamato la Casa dei Fiori (qui): b&b di charme nascosto sotto i tetti d’ardesia e tra i vicoli del villaggio.
La mattina dopo, con la strada gelata, giù a valle e poi su per vie laterali fino a Marmora, 13 km in un paesaggio stupefacente di prati innevati e di alberi in fiore, sempre più in alto, per mangiare una bistecca di carne piemontese alla mensa dell’eremita e visitare la sua biblioteca.
Al termine, gran finale artusiano, e quindi a tavola, al Tano da Grich (qui) di San Michele Prazzo, ai piedi del monte Chersogno e dei suoi alpeggi, con i pellegrini attorno a un caminetto acceso e un bicchiere di Clavesana in mano.
Ora che tutto è finito vorrei ringraziare i compagni di viaggio e di spirito: Marco Sodini, Marco Peroni, Serena Guidobaldi, Rosanna Ferraro, Tommaso Chimenti e Pier Orler. I due pellegrini aggregati (e ben integrati) Riccardo Carnovalini e Anna Rastello.I pellegrini virtuali Kyle Phillips e Stefano Frassineti. L’onnipresente e onniprovvidente direttore di Clavesana, Anna Bracco e i fedelissimi Tessa, Manuela e Marco. Il presidente di Clavesana, Giovanni Bracco. Tutti i ristoranti, gli agriturismi e gli alberghi che ci hanno accolto con disponibilità, pazienza e qualità. Paolino Boffa di Cascina Amalia e famiglia. Un saluto particolare a suor Clelia e a suor Maria Grazia del Monastero di San Biagio.
Tranquilli, comunque: le grandi discussioni sul Pellegrinaggio Artusiano 2014 sono già cominciate durante il viaggio di ritorno.