Nella notte di ieri alcuni (in)soliti ignoti si sono introdotti della cantina di Case Basse e hanno aperto i rubinetti di tutte le botti, mandando nelle fogne 600 ettolitri di vino, cioè tutta la produzione aziendale 2007-2011. Atto vandalico o atto mafioso?
Ignoti (per ora) lo sono.
Ma soliti, no di sicuro. Anzi, parecchio insoliti, direi, se hanno avuto il fegato e l’incoscienza per introdursi la notte scorsa in una delle più prestigiose cantine del Brunello – Case Basse di Gianfranco Soldera – per non rubare neppure una delle costosissime bottiglie lì conservate e però, in compenso, aprire i rubinetti di tutte le botti, mandando nelle fogne 600 ettolitri di vino (l’intera produzione 2007-2011 dell’azienda), per un valore stimato in circa 2,5 milioni di euro.
“Atto vandalico“, ha detto qualcuno. “Atto mafioso“, ha replicato Soldera. Che ha aggiunto: “Non ci faremo intimidire“.
La notizia sta facendo ovviamente il giro del mondo, enoico e non, ed è di quelle che lasciano sgomenti.
Perchè è un segnale. Il segnale che qualcosa non funziona. Lì e probabilmente altrove.
Siano chiare due cose. Primo: non ho la più pallida idea di cosa sia successo nè perchè, tranne quello che sto riferendo. Secondo: conosco Gianfranco Soldera, ne apprezzo il vino, ma non ne sono amico nè sodale. Insomma, non sto qui a indignarmi perchè qualcuno ha danneggiato una persona a me cara.
Se però si arriva al punto di compiere gesti così vili e così gravi, ovviamente premeditati e ben organizzati, vuol dire che siamo un bel pezzo in là.
Ovviamente ora ci saranno indagini, si scatenerà la catena della solidarietà sincera e di quella pelosa, si avvierà l’inevitabile teatrino delle dietrologie, la logica delle vendette e dei sospetti (inutile fingere di non ricordarsi che secondo qualcuno c’era Soldera dietro all’emersione dello scandalo di Brunellopoli: volete che adesso non ci sia chi speculerà dialetticamente su questa “coincidenza“?). Tutta roba spiacevole, ma difficile da schivare.
E’ tuttavia il deterioramento dei costumi generali di cui il fatto è il sintomo a preoccupare di più.
Azzerare un quinquennio di scorte di un’azienda come Case Basse significa al contempo lanciare un messaggio molto minaccioso e minare l’esistenza stessa della fattoria. Quindi è un doppio colpo. Basso e niente affatto grossolano. Molto scientifico, anzi.
E da domani, scommettiamo?, si apre l’era degli enovigilantes.