C’è una grande tela, anno 1975. Ci sono ritratti di Ted Berrigan e di Ron Padgett. Camicie a quadri, pantaloni a righe. Sopra di loro campeggia un cartiglio: “I am the sky”. Dietro ci sono altre tele. Tante tele. Su ognuna di esse, un ritratto. In ogni ritratto, un volto. In gran parte, gli stessi volti – invecchiati, raggrinziti, imbiancati – che ieri sera si sono ritrovati nella chiesa di St Marks Place, sotto le lapidi dei discendenti del terribile Peter Stuyvesant, per commemorare George Schneeman.
Volendo essere ortodossi, o politicamente corretti, si dovrebbe scrivere che l’evento ha dominato la giornata, incombendo su di essa fino a farti obliare tutto il resto, a trascurare le trascurabili cose, a condizionare lo scorrere delle ore. Ma sarebbe una menzogna. Perché è vero il contrario: l’idea del memorial imminente ha invece impregnato di sé ogni passo compiuto, lo ha connotato, scandito. Non c’è stato attimo trascorso tra le bancarelle del Farmers’ Market di Union Square, o davanti alle vetrine di Broadway, o di fronte alle case di mattoni di 4th Street che non avesse in sé qualcosa della serata o non ne riecheggiasse le voci.
Così, entrare nella chiesa è stato un po’ come un reincontrarsi tra gente che per tutto il giorno di era pensata. Tutti un po’ stranded forse, come avrebbe scritto Springsteen. Ma presenti. C’erano i fondatori del Poetry Project (“The Poetry Project burns like red hot coal in New York’s snow”, lo definì Allen Ginsberg), gli artisti, gli amici. C’era Bill Berkson, mentre sui notiziari del Project sparsi sui tavoli troneggiava il suo obituary di Jim Carroll, scomparso di recente. C’erano Katie, Emilio, Paolo. Ron Padgett. Anne Waldman. E Doris Kornish, con il suo video-elegia.
Dopo, tutti erano più rilassati. Le forche caudine dell’emozione erano state superate, con qualche lacrima. Nessuna retorica, però. Nessun come eravamo fuori misura. Qualche risata. Aneddoti. Poems “for and about” George. C’eravamo anche noi e siamo stati felici di esserci.
Soundtrack: “People who died”, Jim Carroll Band, 1980.